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L'influenza non è colpa del freddo

L'influenza non è colpa del freddo

Non ci si ammala per il freddo, c'è sempre un virus di mezzo


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

"Non prendere freddo", "Non sudare", "Attenzione agli spifferi": molte volte i genitori ripetono queste frasi ai propri figli e figlie per il terrore di doversi trovare poi a curare una febbre o un’influenza, senza dimenticare la necessaria conseguente riorganizzazione del menage casalingo. 

 

 

di di Cecilia Ferrara, Angela Gennaro e Carmela Giudice


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Ma queste raccomandazioni hanno base scientifica? Che cosa dobbiamo fare per proteggerci davvero dalle influenze? Qual è la differenza tra agenti fisici come il freddo e il sudore e agenti biologici come virus e batteri? Quali sono gli elementi che scatenano l’influenza e l’infiammazione?

"Il freddo può facilitare le infezioni delle alte vie respiratorie per una serie di motivi”, spiega all’ANSA Guido Castelli Gattinara della Società Italiana di Pediatria. "Prima di tutto perché quando fa freddo, per esempio, bambini e bambine sono al chiuso, magari in classe o comunque in luoghi limitati, c'è una minore circolazione d'aria e come abbiamo imparato con la Covid-19 questo facilita la trasmissione delle 'goccioline di Flügge' e quindi delle infezioni delle vie respiratorie”. Il freddo insomma non fa ammalare in quanto freddo. “In Siberia o in Groenlandia vivono anche bambini e bambine, no? Sono i virus a far ammalare, e si trasmettono nei locali più chiusi e il droplet”, spiega il professore. 

In epoca post-covid la nostra conoscenza sui virus e su come ci si ammala si è sicuramente ampliata, ma molto spesso ancora ricorriamo ad una sapienza che si passa di generazione in generazione senza una reale comprensione. Con l’aiuto dei medici abbiamo provato a fare chiarezza. 

 

Contro le infezioni delle vie respiratorie bisogna vaccinarsi e lavarsi le mani

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Virus, batteri e vaccini: facciamo ordine

Che cos’è un virus? Come spiega il segretario della Federazione di medici di medicina generale Silvestro Scotti, è un organismo molto piccolo, molto più piccolo di un batterio, formato al massimo da un capside, l’involucro proteico che protegge il virus, una specie di corazza formata da proteine al cui interno c'è solo un filamento genetico che può essere RNA, che è il codice genetico che nel corpo umano viene usato dal nucleo per creare le proteine, o DNA. Il Coronavirus, per esempio, è un virus a RNA. 

“Il batterio - continua il dottore - è un organismo più complesso. Questo lo dimostra in maniera molto chiara, come spiego ai miei pazienti, la vaccinazione: una cosa è una vaccinazione antibatterica e una cosa una vaccinazione antivirale”. Con la vecchia tecnologia, essendo il virus un organismo così piccolo, si poteva solo o inattivarlo o attenuarne gli effetti. “Il vaccino attenuativo è un virus vivo, attenuato dal passaggio da una serie di culture cellulari di cellule umane che indeboliscono il virus o lo abituano all'ambiente cellulare umano; in questo caso il vaccino a virus vivo può, in un soggetto in quel momento indebolito, determinare la malattia”. A differenza del vaccino anti-batterico, con il quale è quasi impossibile che si sviluppi la malattia: “Essendo un organismo più grande, un batterio viene spezzettato poiché a noi serve una parte della sua membrana dove sono esposti i cosiddetti antigeni”, dice Scotti. “Quella parte di membrana presente nel vaccino va a stimolare il nostro sistema immunitario in modo da produrre gli anticorpi così se in futuro noi avremo il contatto con la cellula per intero avremo gli anticorpi che attaccheranno quel batterio". Insomma viene inoculato solo un battere spezzettato, che non può in ogni caso attivare la malattia. Per questo la vaccinazione è sicura al 100% ed è estremamente vantaggiosa ed è sicuro ricorrervi, per esempio nel caso della meningite.

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Il contagio arriva attraverso il virus, ma il freddo puo' indebolire

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Quest'anno l'influenza è stata turbo

Il vaccino è sempre importante, conferma Scotti, lo è  stato particolarmente quest'anno vista per esempio la forte virulenza che l’influenza ha avuto nell’inverno 2022/2023. "Dalle prime rilevazioni, si è verificata con dati 4-6 volte superiori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, con una tendenza della curva che ha portato a raggiungere il picco massimo nel giro di 6 settimane", spiega. L’influenza ha interessato quest’inverno 20 milioni di italiani e italiane: un’incidenza record, secondo gli esperti, probabilmente legata al fatto che negli anni precedenti, a causa dei lockdown e delle mascherine, l’influenza era quasi scomparsa. 

I medici di medicina generale hanno formato dei gruppi di sorveglianza, con medici sentinella che fanno parte della rete Influnet, che esiste da 20 anni, per il monitoraggio dell’influenza. "Il picco massimo raggiunto quest'anno è quello più precoce di sempre e anche la discesa è stata meno rapida, con casi di forma influenzali  che sono continuati per tutto aprile e maggio”, dice ancora Scotti. 

L’intento è quello di valutare l’impatto su una popolazione italiana che diventa sempre più anziana. "Abbiamo ragionato molto sui tassi di mortalità e di morbosità riferiti al Covid ma abbiamo sempre sottovalutato i tassi di morbosità e di mortalità rispetto alle malattie respiratorie. Però sappiamo benissimo che nei due periodi dell'anno che stressano maggiormente una popolazione anziana - ovvero le ondate di freddo e quelle di calore - abbiamo i picchi massimi di mortalità dei nostri anziani”. 

È necessario quindi mettere in pratica gli insegnamenti della pandemia, conferma il dottore, come l'igienizzazione delle mani, coprirsi la bocca mentre si starnutisce e si tossisce e ricordarsi che l’influenza riguarda tutti, anche se è pericolosa soprattutto per la parte più fragile della popolazione. "Li vogliamo mantenere in salute questi nostri anziani, perché sono parte della nostra storia e sono capaci di darci insegnamenti per il futuro".

E il raffreddore? "Viene più facilmente con il freddo, ma è una malattia virale", spiega Castelli Gattinara. "Se ci 'raffreddiamo' vuol dire che abbiamo preso un rinovirus o un adenovirus: un virus che dà quella sintomatologia caratteristica - lo scolo nasale, un po' di tosse, magari qualche linea di febbre. Ma sono tutte infezioni causate da un rinovirus o un altro virus”. Le sindromi influenzali sono delle malattie molto simili, "con gli stessi sintomi più gravi, e complicanze potenzialmente importanti". Ogni anno muoiono, in Italia, tra le 6 mila e le 8 mila persone per l’influenza: "Ecco perché dobbiamo proteggerci tutti: grandi e piccoli".

 

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A che cosa serve il sudore

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Alessandro Di Meo e Angela Gennaro

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