Nel 2023 il valore delle attività
economiche del Piemonte ha fatto registrare una crescita dello
0,7%, come la media nazionale. Ma nel quarto trimestre il segno
è diventato negativo, con -0,7% (rispetto allo stesso periodo
del 2022), in controtendenza con l'Italia (+0,5%). Sono le stime
del Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino,
che, attraverso il modello del Pilnow, può dare indicazioni
sull'andamento dell'economia piemontese con grande tempestività.
Le variazioni trimestrali del Pil italiano sono, infatti, emesse
30 giorni dopo la chiusura del periodo di riferimento, mentre le
variazioni regionali sono solo annuali e sono diffuse un anno
dopo.
Nel primo semestre la condizione è stata mediamente
positiva, sia pure gradualmente in calo, con un progresso
dell'1,3% sul primo semestre 2022. Nella seconda metà dell'anno
hanno prevalso gli stimoli esterni al calo, che si è accentuato
nell'ultimo trimestre. Sul Pilnow hanno pesato la discesa del
tasso di crescita delle esportazioni, l'indebolimento dei
consumi, la debolezza degli indicatori sulla logistica e di
richiesta di energia sulla rete elettrica, mentre è ancora buona
la situazione occupazionale. Con un solo trimestre negativo non
si può però parlare di recessione. Ne occorrono due. Con 133
miliardi a prezzi costanti (del 2015) il Pilnow del Piemonte è
al livello del 2019, ma nel 2007 era a quota 141. Mancano 8
miliardi, pari a 12 trimestri (tre anni) di crescita standard
costante dello 0,5% per trimestre. Un obiettivo di crescita
raggiungibile tenendo presente l'impatto del Pnrr sul Pil nei
prossimi tre anni.
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