L'intera filiera delle costruzioni,
"per la prima volta tutti insieme", guarda al voto di marzo e
presenta alla politica le sue richieste con un "Manifesto
Costruzioni". Il settore sottolinea la "Situazione eccezionale,
di crisi e di emergenza", chiede di "mettere le costruzioni al
centro delle politiche della crescita", e si candida così a
diventare - se arriveranno le risposte necessarie per crearne le
condizioni - il "motore del Paese". Significherebbe "Far
crescere il Pil di mezzo punto in più l'anno" ed a "recuperare i
600mila posti di lavoro persi nel settore negli ultimi 10 anni",
sostengono le 10 sigle.
Le richieste spaziano dall'accelerare le opere pubbliche, alla
semplificazione perché "la burocrazia è il macigno che blocca il
Paese", ad "una politica fiscale a favore dellos viluppo e
dell'ambiente", a ridurre "Costi troppo alti e adempimenti
eccessivi" a partire dal contratto dell'edilizia, "il più alto
di tutti i settori industriali" e con "oneri non più
sopportabili". Firmano il manifesto Ance, Legacoop produzione e
servizi, Anaepa Confartigianato edilizia, Cna costruzioni,
Casartigiani Fiae, Ciaai, Aniem, Confapi Aniem, Oice, Consiglio
Nazionale Ingegneri.
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