"Un dato è certo: chi compra made in
Italy è disposto a pagare di più per il solo fatto che si tratti
di prodotti italiani. Tutto ciò vale oltre un terzo del valore
delle esportazioni". Lo spiega Andrea Prete, presidente di
Unioncamere, commentando in un'intervista al Sole 24 Ore lo
studio 'Quale valore del brand Made in Italy nel mondo',
realizzato da Unioncamere in collaborazione con la rete di
Assocamerestero e la rete delle CdC italiane all'estero.
"Io penso che sia interessante il concetto di fondo: il valore e
la iconicità del brand Italia. Qualità, stile, design, sono le
caratteristiche che i consumatori stranieri apprezzano del made
in Italy", prosegue.
L'ulteriore affermazione nel mondo avverrà secondo Prete "in
Paesi come Cina, India, e altri" dove "cresce il tenore di vita
e aumentano i potenziali acquirenti di made in Italy. Non resta
altro da fare che difendere in ogni modo la reputazione e far
conoscere sempre meglio il brand Italia. Il sistema delle Camere
di commercio, in Italia e all'estero, lavora su questo fronte e
può fare ancora di più", spiega.
"L'obiettivo deve essere incrementare le esportazioni in
Paesi che hanno voglia di Italia. Ci sono almeno 40mila imprese
che finora hanno esportato in maniera saltuaria, non avendo
all'interno l'organizzazione necessaria per farlo stabilmente -
conclude -. Poi pensiamo al settore alimentare: se recuperassimo
una parte del mercato dell'italian sounding avremmo fatto un
altro importante lavoro".
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