Paolo Giuseppe Concordia,
collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di
Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, ha chiesto ai pm
di Milano di essere interrogato dopo la chiusura delle indagini
per truffa aggravata ai danni dell'Inps sulla cassa integrazione
in deroga nel periodo del Covid. Filone di inchiesta che vede
accusati dello stesso reato anche la ministra del Turismo
Daniela Santanchè e il suo compagno Dimitri Kunz.
Con i termini in scadenza il 17 aprile per le mosse
difensive, ossia i 20 giorni previsti dopo le notifiche degli
avvisi di chiusura indagini, al momento l'unica richiesta di
interrogatorio presentata dagli indagati, tutti e tre difesi dai
legali Salvatore Sanzo e Niccolò Pelanda, è arrivata appunto da
Concordia. La senatrice di FdI, invece, anche accusata di falso
in bilancio nell'altra tranche del "pacchetto Visibilia" chiusa
venerdì scorso, ha scelto allo stato di non essere sentita
dall'aggiunto Laura Pedio e dai pm Marina Gravina e Luigi Luzi,
titolari degli accertamenti condotti dal Nucleo di polizia
economico finanziaria della Gdf.
Da quanto si è saputo, Concordia, già in dichiarazioni agli
ispettori dell'Inps agli atti delle indagini, aveva evidenziato
il proprio ruolo specifico nella gestione del personale e,
dunque, anche nella richiesta della Cig poi ottenuta per i 13
lavoratori delle due società Visibilia. Cassa che, però, sarebbe
stata ottenuta "indebitamente", perché i dipendenti, secondo le
imputazioni dei pm, stavano continuando a lavorare, mentre
l'istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un
totale di oltre 20mila ore, "direttamente ai dipendenti o a
conguaglio alla società".
L'interrogatorio di Concordia dovrebbe essere fissato entro
fine mese e poi la Procura potrà procedere con la richiesta di
rinvio a giudizio per gli indagati. Iscritte anche le due
società per la legge sulla responsabilità amministrativa degli
enti.
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