Nei comparti del corrierato, dei
trasporti a lunga percorrenza e del magazzino si ravvisano
"segnali di grave sfruttamento lavorativo", sulla base di alcuni
indicatori (a livello internazionale ed in base alle norme
italiane): il modello occupazionale di questi segmenti, infatti,
"si innesta nella vulnerabilità della forza lavoro del settore
(la precarietà, la nazionalità straniera, e in alcuni casi
specifici, l'uso di sostanze stupefacenti)", e "attraverso
l'uso di minacce, ricatti e in alcune circostanze di sistemi di
controllo degradanti e violenza psicologica" sono imposti
condizioni e ritmi di svolgimento delle mansioni "che non
rispettano i contratti nazionali". Lo si legge nella Relazione
della Commissione parlamente d'inchiesta sulle condizioni di
lavoro in italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei lughi
di lavoro pubblici e privati, presentata oggi pomeriggio, al
Senato. "Le esigenze dei ritmi degli spostamenti delle merci -
si sottolinea - sono imposti dalle aziende, al di là delle norme
dei contratti nazionali sull'orario e sul riposo, e sono
scaricati all'esterno, attraverso un sistema diffuso di
subappalti a cooperative, in larga parte spurie, o false
cooperative". Il testo parlamentare, poi, mette in luce come "la
diffusione dell'e-commerce si sia inserita in un contesto di
diritti già di per sé critica, contribuendo a inasprire alcune
condizioni di irregolarità degli orari di lavoro e di
disponibilità giornaliera" degli addetti. "È perciò necessario -
osserva la Commissione parlamentare - che la politica di
esternalizzazione dei servizi logistici alle cooperative venga
modificata, almeno in parte, in direzione di una
reinternalizzazione dei servizi logistici e della forza lavoro",
anche "rafforzando i meccanismi di verifica sulle cooperative".
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