In Italia il potenziale del
mercato del credito di filiera (supply chain finance), è pari a
483 miliardi di euro di crediti commerciali (+1,1% in un anno),
ma solo il 31% è già servito da soluzioni che consentono alle
imprese di finanziare il capitale circolante facendo leva sul
ruolo e le relazioni della filiera, per un valore di 150
miliardi di euro. E' quanto emerge dell'Osservatorio Supply
Chain Finance della Schoool of Management del Politecnico di
Milano.
"Sebbene ancora limitato, il supply chain finance in Italia
sta crescendo - secondo l'Osservatorio -, diventando sempre più
strategico per le imprese, ancor più in questo momento di crisi
di liquidità a seguito dell'emergenza Covid-19" e grazie anche
al contributo delle nuove tecnologie, come fatturazione
elettronica, blockchain e intelligenza artificiale. Una forte
spinta all'adozione del supply chain finance viene dall'obbligo
di fatturazione elettronica, con una crescita del 225% per
l'invoice trading (la cessione delle fatture attraverso
piattaforme digitali) che vale oggi 0,13 miliardi. Tra le nuove
tecnologie, a livello internazionale è scesa in campo la
blockchain, con "un boom nel 2018 e un consolidamento nel 2019.
Altra tecnologia promettente, secondo l'osservatorio è
l'intelligenza artificiale che permette decisioni consapevoli e
in parte automatizzate, rendendo possibile mitigare varie forme
di rischio e scegliere la soluzione più adatta grazie agli
algoritmi. Per quanto riguarda le altre soluzioni utilizzate in
Italia, frena l'anticipo fattura (finanziamento bancario delle
fatture non riscosse), che si ferma a 70 miliardi (-2,7%) pur
confermandosi al primo posto per valore. Cresce invece il
factoring (la cessione dei crediti commerciali vantati da
un'azienda verso i debitori): +6,1% per quello tradizionale a 61
miliardi; +36,8% (6,1 miliardi) il reverse factoring, che
permette ai fornitori di sfruttare il merito creditizio di un
cliente per ottenere prezzi più bassi
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