Ancora una giornata da dimenticare per le Piazze finanziarie europee con lo spread schizzato a 150 punti, Milano la peggiore (-1,93% il conto finale) e l'euro che a 1,073 sul dollaro ha confermato i minimi da un mese.
Il tutto mentre i mercati guardano all'inflazione Usa e soprattutto alla Fed. L'attesa per domani è di tassi invariati.
Secondo una preview di Columbia Threadneedle verrà mantenuta "una posizione che sottolinea come un potenziale" intervento sia subordinato "al riconoscimento di ulteriori progressi nella riduzione delle pressioni sui prezzi". Jerome Powell potrebbe, dunque, assestare un'ulteriore spallata ai listini già logorati dall'onda lunga del voto in Europa.
Elezioni che hanno ha fatto sentire i loro effetti soprattutto sulla Francia con il presidente Emmanuel Macron che costretto a convocare le elezioni anticipate a fine giugno, si trova ora a fronteggiare l'avanzata della destra del Rassemblement National di Marine Le Pen.
A farne le spese, per l'ennesima volta i bond francesi maglia nera nel Vecchio Continente. Gli Oat si sono impennati fino al 3,3% (per chiudere al 3,2%) con il differenziale sui Bund tedeschi ai massimi da quattro anni. Questo "suggerisce che si sta già stabilendo un premio per riflettere il rischio politico", evidenzia in un'analisi Schroders. Tuttavia "la Francia mantiene un rating elevato, con istituzioni solide e un capo di Stato favorevole all'Ue, e la mancanza di retorica anti-europeista dovrebbe contenere gli spread e la loro volatilità in generale", evidenzia il gestore Mfs Im.
Il clima di incertezza ha penalizzato, a parte la Francia (dove il Cac 40 ha lasciato a fine giornata l'1,33%), soprattutto quei Paesi che restano osservati speciali per il debito, come l'Italia con lo spread che è salito di 10 punti e che è arrivato a toccare, nel massimo della tensione, la soglia psicologica dei 150 punti, per poi chiudere a 145. In questo contesto anche il rendimento del decennale italiano ne ha risentito finendo col salire al 4,16% e poi confermare in chiusura i minimi da dicembre al 4,07%. Al nervosismo sui titoli di Stato ha contribuito anche la posizione della presidente della Bce, Christine Lagarde, che ha escluso un percorso di "discesa lineare" dei tassi.
Il listino milanese ha pagato più di altri in un' Europa nell'incertezza politica dopo l'esito delle elezioni europee che non mettono in pericolo la maggioranza Ursula a Bruxelles ma che un campanello d'allarme tra gli investitori e, non solo, lo hanno fatto suonare.
A Piazza Affari il Ftse Mib è finito sotto i 34mila punti, con il peso delle vendite sui bancari. Mps a fine giornata ha lasciato sul terreno il 4,93%, Banco Bpm il 4,35%, Unicredit il 3,75%, Bper il 3,61%. Più marginale il calo di Francoforte (-0,69%).
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