/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Ex Ilva verso il commissariamento, il Cdm rafforza l'iter

Ex Ilva verso il commissariamento, il Cdm rafforza l'iter

Mittal: 'Usciamo ma non ad altri fondi'. Convocati i sindacati

MILANO, 17 gennaio 2024, 12:30

di Marco Assab

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

-     RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il commissariamento dell'Ilva è oramai ad un passo. Il governo si prepara ad usare la sciabola per l'uscita di ArcelorMittal da Acciaierie d'Italia. La mossa arriva nel tardo pomeriggio dal Consiglio dei ministri: viene approvato un decreto legge che rafforza, in caso di ricorso all'amministrazione straordinaria, le misure già presenti per tutelare la continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi. Non solo: una norma specifica di fatto congela i fondi accantonati per i giudizi pendenti che dovranno essere messi su un conto vincolato legato all'autorizzazione del tribunale. Le nuove norme, che prevedono garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l'eventuale commissariamento, preparano chiaramente la strada alla prova di forza con Mittal.

Prima del Consiglio dei ministri il dossier è stato al centro di un vertice tra i titolari dei dicasteri interessati e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Le indiscrezioni uscite da ArcelorMittal sulla trattativa sembrano lasciare spazi ad un'intesa. Fonti della società si sono dette disponibili ad una discesa in minoranza ma hanno chiuso a ulteriori finanziamenti futuri senza alcuna partecipazione alla gestione dell'azienda. Con un'unica eccezione: 200 milioni da mettere sul tavolo per l'acquisto degli impianti. Il confronto appare duro anche per un altro aspetto. Secondo le stesse fonti della multinazionale la proposta avanzata di cedere tutte le proprie azioni rimanenti non avrebbe incontrato l'approvazione di Invitalia. Mittal si dice comunque disposta a cederle ad un investitore gradito al governo.

A stretto giro è arrivata la replica di altre fonti vicine al dossier: "Invitalia ha sempre dato disponibilità a sostenere la società, ad esplorare e percorrere ogni soluzione compatibile con la normativa vigente, sia nazionale che comunitaria", al contrario "Arcelor Mittal si è sempre rifiutata di partecipare al sostegno del Piano industriale approvato in assemblea anche con il proprio voto favorevole". Sale sulle ferite di un confronto non certo indolore.

Le prossime ore saranno decisive, anche se il destino sembra segnato. Salvo sorprese, il governo ha già intrapreso la propria strada ed ha convocato per giovedì 18 alle 15 i sindacati. A loro è dedicata parte del decreto. Si rafforza la Cig anche se vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi. L'altro snodo riguarda le società fornitrici. Rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell'ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici.

Intanto continua a farsi sentire il presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che si dice favorevole "a percorsi di nazionalizzazione permanente" dell'ex Ilva "però - sottolinea - nella situazione in cui versa l'impianto serve una fase transitoria" in cui lo Stato "deve garantire gli investimenti per la decarbonizzazione" degli impianti e farsi carico dei "debiti" accumulati. "Bisogna costruire le condizioni per un'operazione che, seppure nel medio e lungo periodo, abbia una sua redditività", spiega Gozzi, tirando in ballo nuovamente i privati: "Credo che la siderurgia italiana, a partire dal grande produttore di prodotti piani che è Arvedi, possa pensare a un disegno di questo tipo".

"Abbiamo appreso dalle notizie di stampa del varo da parte del Governo del decreto legge che apre le porte all'amministrazione straordinaria della società Acciaierie d'Italia. Nelle poche righe del comunicato diffuso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri viene specificato che saranno previste tutele per i lavoratori diretti ma, non troviamo alcun riferimento specifico e di tutela per le aziende dell'indotto associate ad Aigi su cui aleggia per la seconda volta consecutiva in 10 anni, lo spettro dell'amministrazione straordinaria, un secondo bidone quantificabile in 120 milioni di euro". Lo sottolinea Aigi (associazione Indotto AdI e General Industries) a cui aderisce l'80% delle imprese dell'indotto di Acciaierie d'Italia per complessivi 4mila lavoratori, aggiungendo che "una nuova amministrazione straordinaria decreterà la morte delle imprese dell'indotto e con esse il fallimento dell'intero sistema Taranto".

Aigi fa rilevare che nel comunicato del Governo si legge che "rimangono ferme le disposizioni già inserite nell'ordinamento a tutela delle piccole e medie imprese". Con le "cosiddette tutele - conclude l'associazione nata da una scissione in Confindustria Taranto - si prevede l' applicazione della prededuzione ma siamo in presenza di una società che non ha attivo, né beni di proprietà. Dunque significherebbe decretarne la morte. Le responsabilità di ciò che avverrà già a partire dalle prossime ore saranno riconducibili esclusivamente a chi ha deciso di mettere la parola fine ad un intero sistema economico". Intanto, gli imprenditori di Aigi si sono riuniti in assemblea "per decretare lo stato di emergenza dell'indotto".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza