Le Borse europee riducono le
perdite a metà seduta mentre la sterzata data dalla Banca del
Giappone alla sua decennale politica ultra-accomodante alimenta
il pessimismo degli investitori sulla determinazione delle
banche centrali mondiali nella lotta all'inflazione. Parigi cede
lo 0,4%, Francoforte lo 0,3%, Milano lo 0,2% mentre Londra è
poco mossa (-0,03%) e i future su Wall Street si riportano sulla
parità.
Ad aiutare i listini sono gli acquisti sui titoli
dell'energia, che beneficiano dell'avanzata del petrolio, e
quelli bancari, gli unici destinati a trarre beneficio dalla
stretta monetaria. Faticano invece i titoli di Stato, che
scontano il rischio di nuovi rialzi dei tassi: i rendimenti sono
in crescita con il Btp che avanza di 6 punti base al 4,42%
mentre lo spread con il Bund si appiattisce a 215 punti. Sul
fronte valutario continua la corsa dello yen che sale del 3,4%
sul dollaro e del 3,1% sull'euro, rispettivamente a 132,3 e a
140,8.
A Milano scivolano Campari (-2,3%) e Nexi (-1,9%), vanno male
utilities e auto con A2A (-2%), Italgas (-1,8%), Iveco (-1,6%) e
Stellantis (-1,5%). Tim cede lo 0,8% in attesa del tavolo
tecnico che riunirà rappresentanti dei soci e dell'esecutivo
mentre corrono le banche con Unicredit (+3,2%), Banco Bpm
(+2,5%) e Bper (+2%). Sul fronte energetico prosegue il calo del
prezzo del gas che cede il 2,9% a 105,4 euro, dopo essere
arrivato a sfiorare i 100 euro.
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