Ha chiuso in coda alle altre borse
europee Piazza Affari nella prima seduta della settimana,
affossata dallo stacco cedole e dal calo del greggio. L'indice
Ftse Mib ha lasciato sul campo l'1,29% a 24.356 punti, tra
scambi sotto quota 2 miliardi di euro di controvalore, contro
gli oltre 2,4 della seduta di venerdì scorso.
Sull'indice milanese ha pesato lo stacco cedola di Mediobanca
(-7,44%), maglia nera del paniere, Tenaris (-5,42%), Eni
(-5,24%), Intesa Sanpaolo (-3,41%), Mediolanum (-2,89%), Poste
(-2,62%), Recordati (-1,06%), Terna (-1,4%).
Sotto pressione anche Saipem (-5,7%), per il duplice
effetto del greggio Usa sotto i 78 dollari e del rigetto del
ricorso in Algeria per la vicenda Gln3. Oltre che sui
petroliferi, la recrudescenza del Covid in Cina ha penalizzato
anche il comparto del lusso, con Moncler (-2,95%), più cauta
invece Ferragamo (-0,78%). Sotto pressione anche Tim (-4,07%),
all'indomani della precisazione del Mimit, che ha escluso
l'esistenza di piani alternativi sulla rete unica.
In controtendenza Unicredit (+1,24%) e Banco Bpm (+0,92%),
con il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi in rialzo
a 193,7 punti, ma con il rendimento anno italiano sotto il 4%
(+4,3 punti al 3,922%). Bene anche Stellantis (+0,92%), Ferrari
(+0,87%) e Italgas (+0,54%).
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