Ha chiuso in calo Piazza Affari, in
linea con le altre borse europee. Sui listini hanno pesato meno
del previsto i timori dopo il caso dei frammenti di missile
caduti in territorio polacco, mentre l'inflazione ha continuato
a mordere soprattutto nel Regno Unito (+11,1%). E' salita invece
meno del previsto in Italia (+11,8%). L'indice Ftse Mib ha
lasciato sul campo lo 0,68% a 24.531 punti, tra scambi per oltre
2 miliardi di euro di controvalore, superiori agli 1,8 di lunedì
scorso.
Ha prevalso il segno meno sul paniere dei titoli principali,
con forti perdite per Amplifon (-3,74%), Saipem (-2,84%) e Tim
(-2,75%), dopo il taglio del rating di Fitch a Bb- con
prospettiva (outlook) 'negativa'. Pesanti anche Stm (-2,62%), in
linea con i rivali europei, Inwit (-2,2%), Diasorin (-2,17%),
Interpump (-1,999%) e Nexi (-1,84%), sull'onda lunga dell'addio
di Intesa Sanpaolo (+0,02%). Il calo del differenziale tra Btp
italiani e Bund decennali tedeschi a 192,5 punti, con il
rendimento annuo sceso sotto il 4% ha favorito Banco Bpm
(+1,39%), più cauta Bper (+0,32%), debole invece Unicredit
(-0,49%), pesante Mps (-2,88%). Pochi i rialzi, limitati a
Leonardo (+2,17%), Hera (+1,54%), Campari (+0,76%) e A2a
(+0,62%). Bene anche Enel (+0,57%) a differenza di Eni
(-0,821%), frenata dal calo del greggio (Wti -2,23% a 84,99
dollari al barile). Sprint di LuVe (+5,88%) tra i titoli a minor
capitalizzazione, pesanti invece Seco (-8,222%) e Algowatt
(-6,44%).
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