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Draghi contro chi ideò la cessione dei bonus

Draghi contro chi ideò la cessione dei bonus

Nessun nome, ma il contiano Fraccaro è il padre della norma

ROMA, 20 luglio 2022, 19:36

Redazione ANSA

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Riccardo Fraccaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

Riccardo Fraccaro - RIPRODUZIONE RISERVATA
Riccardo Fraccaro - RIPRODUZIONE RISERVATA

 "Per il Superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione per cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti". Il j'accuse di Mario Draghi arriva nella replica durante il dibattito al Senato e punta l'indice sul meccanismo di cessione del credito nato con il superbonus ma poi esteso a tutti i diversi bonus immobiliari. Nessun nome, anche se il padre della norma è facilmente identificabile, avendo da sempre rivendicato la paternità.

    "L'approvazione su mia proposta del Superbonus al 110% per l'efficientamento energetico...", è l'incipit del commento del maggio del 2020 dell'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, del governo Conte II che oltre a spiegare l'impatto in chiave ecologica e di sviluppo economico della norma illustrò anche allora il meccanismo che ora, dopo le modifiche introdotte, si è inceppato. "I cittadini che effettuano questi lavori - spiegò Fraccaro - otterranno una detrazione fiscale pari al 110% della somma spesa o lo sconto totale in fattura cedendo il credito di imposta all'azienda che ha effettuato i lavori. L'impresa a sua volta potrà cedere illimitatamente il credito a fornitori e anche istituti bancari ottenendo immediata liquidità". E' questo il processo che ora si è bloccato.

    La cessione del crediti è infatti stata estesa agli altri bonus e ha messo in moto molte attività di ristrutturazione. Ma anche di truffe. Anzi, come ha spiegato il ministro dell'Economia Daniele Franco in parlamento lo scorso febbraio, ha provocato "tra le più grandi truffe che questa Repubblica abbia mai visto", stimata in 4,4 miliardi con crediti per 2,3 miliardi sotto sequestro. Ma, come ha spiegato lo stesso ministro, solo una piccola parte delle truffe (il 3%) è collegata al superbonus. La maggior parte delle frodi (il 46%) si è concentrata sul bonus facciate, sul quale sono previsti meno meccanismi di verifica. Da allora le norme introdotte, per evitare un buco di bilancio, hanno prima limitato il numero delle cessioni possibili, poi introdotto correttivi come la tracciabilità. La forte richiesta di lavori e cessioni ha però esaurito i plafond delle singole banche, che hanno a loro volta bloccato gli acquisti dei crediti che in alcuni casi sono rimasti sui conti delle imprese, in altri su quelle di chi ha commissionato i lavori contando sulla possibilità di pagare cedendo il credito. "Ora - ha affermato Mario Draghi - bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai guai quelle migliaia di imprese".  
   

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