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Taxi fermi in tutta Italia per lo sciopero, protesta sotto palazzo Chigi

Taxi fermi in tutta Italia per lo sciopero, protesta sotto palazzo Chigi

Blocco di due giorni. Corteo a Roma. La ministra Bellanova: 'Non stralceremo l'articolo 10'

ROMA, 06 luglio 2022, 08:50

Simona Tagliaventi

ANSACheck

Sciopero taxi: Cgil, pronti al dialogo, ma nessuna delega - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sciopero taxi: Cgil, pronti al dialogo, ma nessuna delega - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sciopero taxi: Cgil, pronti al dialogo, ma nessuna delega - RIPRODUZIONE RISERVATA

I tassisti di tutta Italia si sono fermati dalla mezzanotte tra lunedìe martedì e continueranno a incrociare le braccia ancora per una giornata per protestare contro l'articolo 10 del Ddl Concorrenza, colpevole di "delegittimare il settore a favore delle multinazionali", riassunto nello striscione che ha guidato la manifestazione e che recitava: ''Draghi, non te lo chiede l'Europa, te lo chiede Uber'. Ma il governo non cede e, per bocca della viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova, ribadisce che "non è intenzionata a fare lo stralcio dell'articolo 10 del Ddl Concorrenza, ma è disponibile a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare". La protesta ha visto migliaia di conducenti di auto bianche sfilare per le strade del centro di Roma, paralizzando il traffico, con gli interventi finali dal palco dei sindacalisti, ma è poi degenerata quando parte dei tassisti si è diretta sotto Palazzo Chigi. Lì ci sono stati momenti di tensione con le forze dell'ordine e lancio di bottigliette di plastica. Notevoli i disagi per chi oggi era alla ricerca di un taxi, introvabile in tutte le città: da Palermo a Milano, da Genova a Torino. In molti hanno ripiegato sui mezzi pubblici o su Uber:

"Per l'aeroporto di Fiumicino, dal centro di Roma, una corsa con Uber costava anche 163,40 euro, quando con noi ne costa 50. E una corsa da Piazza della Repubblica a Piazza Venezia, che sono vicine, ben 48.89 euro - spiega un tassista, app alla mano - Funziona così, le tariffe sono più alte a causa della domanda elevata visto che noi eravamo in sciopero". Il ddl Concorrenza è in commissione alla Camera. Gli emendamenti attendono i pareri del governo ma i nodi, tra cui quello dei taxi, saranno affrontati solo la prossima settimana. E' un momento di stasi per il testo, tanto che il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi lo usa per strigliare la politica. "Il ddl concorrenza di fatto è inchiodato in parlamento dal luglio 2021 perchè i partiti danno retta alle loro costituency. Non entro nel merito. Ma la riforma è inchiodata come tante altre". Certo il tentativo di chi protesta è quello di riuscire a far stralciare il testo per via parlamentare, nonostante il parere del governo. Gli animi dei tassisti sono esasperati, "sono 15 anni che combattiamo per difendere il servizio pubblico che puntualmente i governi vogliono smantellare", spiegano.

"I tassisti si sono fermati perché vogliono che il Parlamento si assuma la responsabilità di discutere con i sindacati, i Comuni e le Regioni su come migliorare il servizio - dice dal palco il leader di Unica Cgil taxi Nicola Di Giacobbe - I tassisti sono un servizio pubblico con una tariffa amministrata dai Comuni. Il tentativo che c'è dietro questa delega è dare in mano questo servizio alle multinazionali, fonte dello sfruttamento del lavoro altrui. Il governo ci pone la richiesta di una delega che rimandiamo al mittente. I tassisti difenderanno il loro lavoro - ha aggiunto - non permetteremo un regalo alle multinazionali. Siamo pronti a venire a un tavolo di concertazione per migliorare il servizio ma diciamo no alla legge delega". Gli fa eco il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese: "Vogliamo smentire le giustificazioni del governo che ha inserito nel Ddl concorrenza il trasporto pubblico non di linea, i taxi e gli Ncc, ovvero servizi pubblici non compresi nei processi di liberalizzazione previsti dalla Bolkestein".

La viceministra Bellanova cerca di distendere gli animi: "Abbiamo due anni pesantissimi alle spalle, perdere giornate di lavoro e creare disservizio per gli utenti è qualcosa che non dobbiamo permetterci. Limitiamo il danno, riportiamo il confronto nella sede propria, sapendo che il Parlamento dovrà normare non per penalizzare ma per aiutare. Nel testo che presentiamo in Parlamento, se c'è l'intesa con le parti, intendiamo distinguere il ricorso alle piattaforme tecnologiche di intermediazione da quelle di interconnessione. Le prime sono gestite da altri soggetti a pagamento, le seconde sono quelle che oggi usano anche molti tassisti. Nel momento in cui c'è la distinzione c'è anche la possibilità, per i tassisti, di aderire a una o a tutte e due le piattaforme, ma questo non può essere impedito. Si tratta di una maggiore efficienza per la categoria e una maggiore disponibilità per l'utenza". Ma Luca Lamperti, tassista milanese replica: "Precarizzare il lavoro come vuole fare questo governo significa poterlo controllare". Intanto domani per i tassisti sarà un'altra giornata di astensione dal lavoro.



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