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Lavoro: solo 42% ricorre a pubblico per non autosufficienza

Lavoro: solo 42% ricorre a pubblico per non autosufficienza

Rapporto Censis, famiglie chiedono deduzione su spese sostenute

ROMA, 12 maggio 2022, 11:09

Redazione ANSA

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Lavoro: solo 42% ricorre a pubblico per non autosufficienza - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lavoro: solo 42% ricorre a pubblico per non autosufficienza - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lavoro: solo 42% ricorre a pubblico per non autosufficienza - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Ricorre agli strumenti di assistenza pubblica dedicati al sostegno delle famiglie e delle persone in condizioni di non autosufficienza "poco meno della metà delle famiglie in cui sono presenti anziani bisognosi o persone non autosufficienti". Tra gli strumenti più utilizzati c'è l'indennità di accompagnamento (42,1%), mentre le altre tipologie restano tutte sotto la soglia del 10%. Visto il ruolo sostitutivo svolto, le famiglie chiedono la deduzione di tutte le spese sostenute direttamente per l'assunzione dei collaboratori domestici. E' quanto emerge dal terzo report del programma "Welfare familiare e valore sociale del lavoro domestico in Italia" realizzato dal Censis per Assindatcolf.
    L'assistenza domiciliare integrata, si legge nel rapporto, è stata indicata dall'8,2%. Solo il 3,9% accede all'assistenza domiciliare programmata, un servizio che il medico di medicina generale effettua presso il domicilio di un paziente. Tuttavia, per chi vi accede l'adeguatezza di questi strumenti risulta positiva soprattutto per quanto riguarda l'assistenza integrata e programmata: rispettivamente, il 76,7% e il 72,7%. È inferiore nel caso dell'indennità di accompagnamento: solo il 35,4% di chi vi ha accesso esprime una valutazione positiva.

Per far fronte alle loro esigenze, le famiglie vorrebbero un contributo economico che le metta nelle condizioni di impiegare un assistente familiare (36,3%) o, in alternativa, chiedono la possibilità di portare in deduzione fiscale il totale del costo sostenuto per il personale domestico impiegato (35,5%). Di contro, il 14% delle famiglie preferirebbe ricevere servizi personalizzati erogati da personale specializzato da parte della Asl, del Comune o di enti autorizzati e accreditati. L'11,5% vorrebbe un contributo economico pubblico senza vincoli di utilizzo e solo il 2,7% preferirebbe ricevere un contributo economico pubblico che vada a sostenere il reddito di un caregiver. "Il report elaborato dal Censis - commenta Andrea Zini, presidente di Assindatcolf - evidenzia alcuni aspetti rilevanti. In primis il domicilio, che risulta il posto migliore dove vivere in tutte le età della vita. Occorre però intervenire in modo urgente per rendere la domiciliarità più idonea alle vere necessità delle famiglie, che nell'arco della vita sono in continuo e rapido divenire". In secondo luogo, aggiunge, "siamo convinti che con un sostegno economico diretto e mirato a contenere i costi del personale domestico si riuscirebbe non solo nell'intento di aiutare i datori di lavoro, come loro stessi chiedono, ma anche a rendere più attrattivo il settore, richiamando più personale e maggiormente qualificato. Quanto alla gestione della non autosufficienza, serve un sistema integrato di interventi, azioni e sostegni che permettano una vita di qualità. L'auspicio è che si possano compiere importanti passi in avanti con la legge sulla non autosufficienza, in particolare attraverso lo strumento dei Pai, che permetterebbero una fotografia nitida delle necessità degli anziani".

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