Seduta negativa per le principali
Borse asiatiche con l'eccezione dei listini cinesi, che tengono
sulla promessa da parte del presidente cinese Xi Jinping di
nuovi progetti infrastrutturali, in quella che appare l'ultima
mossa del governo di Pechino per sostenere l'economia del Paese,
messa a dura prova dalla strategia di contrasto alla pandemia.
Tokyo ha chiuso in calo dell'1,2%, Seul dell'1,6% e Sydney
dello 0,8%, sui timori per gli effetti della pandemia e della
guerra sulla crescita economica e sui prezzi mentre la stretta
monetaria aggiunge ulteriore preoccupazione. In lieve rialzo
Hong Kong (+0,3%) mentre corrono Shanghai (+2,1%) e Shenzhen
(+3,5%). L'avversione al rischio spinge il dollaro, con l'indice
spot di Bloomberg ai massimi da due anni, mentre l'euro ritocca
i minimi da aprile 2017, con la moneta unica che scambia a
1,6017. In calo invece i titoli di Stato, inclusi i Treasury
americani, i cui rendimenti salgono di sei punti base al 2,78%.
Sul fronte energetico vola il gas naturale dopo che Gazprom
ha interrotto le forniture a Polonia e Bulgaria, colpevoli di
non aver pagato in rubli il metano. In rialzo di circa mezzo
punto percentuale anche il petrolio, con il Wti a 102,1 e il
Brent a 105,7 dollari.
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