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Inps, Il 99% delle pensioni dei telefonici superiori ai contributi

Inps, Il 99% delle pensioni dei telefonici superiori ai contributi

Il 32% oltre il 30%; Fondo ha debito di quasi 6,8 mld

17 aprile 2015, 19:42

Redazione ANSA

ANSACheck

Il presidente dell 'Inps, Tito Boeri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente dell 'Inps, Tito Boeri - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente dell 'Inps, Tito Boeri - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il 99% delle pensioni erogate ai telefonici in pagamento nel 2015 subirebbe una riduzione se gli assegni venissero calcolati con il metodo contributivo. E' quanto emerge dall'operazione Porte aperte Inps (il 32% degli importi scenderebbe di oltre il 30%). Il fondo telefonici, soppresso nel 2000, nel 2015 dovrebbe sfiorare i 6,8 miliardi di debito.

Il Fondo di previdenza dei telefonici è stato istituito nel 1920 e soppresso nel 2000. I titolari di posizioni assicurative e di trattamenti pensionistici sono stati iscritti da quella data al Fondo pensioni lavoratori dipendenti. Il Fondo è in disavanzo di gestione dal 2003 e da allora ha accumulato un debito di quasi 6,8 miliardi. Per il 2015 è prevista una perdita di oltre un miliardo di euro ''causata in larga parte dagli effetti negativi della chiusura del Fondo i nuovi ingressi''.

Le regole per il pensionamento dei lavoratori telefonici sono state fino al 1992 più generose di quelle degli altri dipendenti con un'aliquota di rendimento per anno di lavoro del 2,5% (a fronte del 2% degli altri dipendenti). La retribuzione usata come riferimento per la pensione, inoltre, non era quella degli ultimi 5 anni come gli altri ma la minore tra quella teorica degli ultimi 12 mesi e quella teorica degli ultimi 3 anni maggiorata del 12%. Al momento, se si guardano le pensioni di vecchiaia e anzianità in pagamento liquidate successivamente alla soppressione del fondo, il 99% è più generosa di quella che si avrebbe avuto utilizzando interamente il metodo contributivo. Il 32% è più favorevole di oltre il 30% (e quindi se si applicasse il ricalcolo andrebbe ridotta di almeno il 30%) mentre il 55% è superiore a quanto si sarebbe percepito applicando il calcolo contributivo di un valore tra il 20% e il 30%. Il 13% ha avuto un vantaggio rispetto al contributivo inferiore del 20%. Le deviazioni di importo rispetto a un trattamento calcolato con il contributivo sono più forti per chi è andato in pensione prima. Una persona andata in pensione a 57 anni prende 2.300 euro rispetto ai 1.500 che avrebbe avuto con il metodo contributivo. Un dirigente andato in pensione a 61 anni nel 2013, titolare di una pensione lorda a gennaio 2015 di 6.500 euro - scrive l'Inps - ''percepisce una prestazione di 1.900 euro più alta di quella che avrebbe ottenuto con il metodo contributivo''.

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