(di Gioia Giudici)
Una "road map" al femminile per una
vita autentica, capace di innescare una rivoluzione globale:
così la giornalista e avvocato Jennifer Nadel parla di 'We-Un
manifesto per tutte le donne del mondo', il manuale scritto con
l'amica attrice Gillian Anderson per trasformare la guarigione
individuale in un movimento collettivo di cambiamento.
Un viaggio dall'io al noi che unisce spiritualità, psicologia
e politica "perché - spiega Jennifer, oggi a Milano come ospite
della rassegna 'Il tempo delle donne' - non si può essere felici
se non si aiutano gli altri e non si può parlare di autostima se
non si tiene conto della dimensione politica delle nostre vite".
A rendere evidente la dimensione plurale del discorso, la scelta
di portarlo avanti in due: "io e Gillian - racconta l'attivista
americana - siamo amiche da più di 10 anni, i nostri figli hanno
la stessa età e quando erano piccoli li abbiamo spinti a
frequentarsi, loro non avevano molto da dirsi, ma noi sì e con
il tempo abbiamo manifestato entrambe il desiderio di scrivere
un libro: Gillian voleva parlare dei problemi legati a una bassa
autostima, io invece ero più concentrata sul femminismo, ma
abbiamo capito subito che i nostri obiettivi erano strettamente
collegati, anche perché entrambe nelle nostre vite abbiamo
vissuto delle crisi profonde, senza le quali non saremmo così
come siamo oggi".
Quello di cui parla Jennifer è ciò che nell'introduzione di
'We' viene descritto come un "richiamo dell'anima" che spesso
nella vita di una donna si traduce in una crisi o in una
dipendenza, da cui nasce la voglia di dare un senso alla propria
vita che è il motore di un viaggio dentro di sé. E' dedicata
proprio a questo percorso la prima parte del libro, incentrata
su quelle che vengono definite quattro pratiche essenziali,
preparatorie per il cambiamento: la gratitudine, la dolcezza, la
responsabilità e la meditazione.
Ciascuna è affiancata da esercizi pratici: azioni da compiere
e affermazioni da ripetere. "Questa parte è indispensabile
perché - dice Jennifer - non possiamo aiutare gli altri se non
abbiamo un rapporto con noi stesse, è un cammino attraverso
l'esperienza". Nella sua quotidianità, l'applicazione delle
quattro pratiche prevede la sveglia alle 6.30, una tazza di
caffé e dieci minuti di meditazione, pause durante il giorno per
riuscire a centrarsi e la scrittura, ogni sera prima di
addormentarsi, di dieci cose per cui essere grata.
"E' il mio teflon spirituale" scherza l'autrice, che insieme
all'amica Gillian ha distillato in 9 principi spirituali - non
originalissimi, ma non è questo che importa - la chiave per
adottare un nuovo stile di vita. Punto primo: l'onestà, che
invita a essere realiste. Secondo: l'accettazione, fare amicizia
con la realtà. E poi il coraggio, per non essere più vittime in
trappola; la fiducia per vivere senza paura; l'umiltà per
smascherare il proprio ego; la pace per porre fine al conflitto
interiore; l'amore per trasformare le relazioni; la gioia per
vivere appieno e la gentilezza, che trasforma l'amore in azione.
"Praticando questi principi - racconta - ci si rende conto
che noi donne siamo tutte legate, che non c'è separazione tra
un'americana e una yemenita". Lei e Gillian hanno indicato la
direzione, ma non ritengono giusto mettersi a capo di un
movimento globale al femminile: "la cosa emozionante è vedere
che in Inghilterra e in America sono già nati gruppi di donne
che lavorano intorno al libro, noi pensiamo che il cambiamento
non possa essere guidato perché deve partire dal basso, se le
persone non si rendono conto di quanto sia necessario non è
possibile portarlo avanti". O si rischia di indirizzarlo dalla
parte sbagliata: "basta vedere cosa è successo con la Brexit o
con Trump". Meglio iniziare dalla basi: "fare la cosa giusta -
consiglia Jennifer - una alla volta".
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