FRANCESCO GALLO GARZIA, AI MARGINI (PP. 134, EURO 11). Sogni e incubi, il bene e il male che tenta, assoluto, e la costante ricerca di Dio. L'amore e la morte. Fa i conti con l'inferno, con quel diavolo che si insinua in ogni azione, anche quando la vita splende, 'Ai margini', il diario del reverendo Edoardo Quesada con cui il giornalista dell'ANSA Francesco Gallo Garzia esordisce nella narrativa. Il libro - con all'interno le belle incisioni in bianco e nero dell'autore che firma anche l'immagine di copertina e ha scelto la via sempre più frequentata dell'editoria online, autopubblicando ebook ed edizione cartacea attraverso il sito ilmiolibro.it - ci fa entrare nel percorso di un uomo complicato, nei suoi pensieri e interrogativi alla ricerca di un senso forse perduto o forse mai trovato dell'esistenza.
Il sacerdote di 'Ai margini' si muove tra splendori e tenebre, ma a dominare è il suo tormento. E a dirlo chiaramente sono le parole della dedica in apertura: "Stamani la luce del sole è entrata nella mia casa e nel mio cuore, ma anche l'ombra l'accompagnava".
Siamo negli anni Cinquanta, nell'immaginaria Santa Teresa in Pra dove il prete tiene messa nella cappella di una piccola parrocchia. Al suo arrivo deve superare la diffidenza della gente che guarda con sospetto alla novità che lui rappresenta.
Un prete non si riesce mai a capire fino in fondo perché abbia fatto questa scelta, perché abbia rinunciato, dice l'autore, "ai piaceri della carne" e poi faccia "la morale", "giudichi, punti il dito".
Tra funzioni e confessioni in sacrestia la vita del reverendo Edoardo Quesada trascorre in una "falsa serenità" e in una vera tempesta di interrogativi e riflessioni mai banali. Così del peccato dice: "Sono sempre più convinto che non tutti siano in grado di peccare davvero. Bisogna avere coscienza per farlo. La maggior parte delle persone non sa neppure cosa sia il peccato.
Non ha neppure la possibilità di conoscerlo" e alla fine "non arriva mai alla coscienza del male se non in maniera parodistica, ridicola".
Le donne e la ricerca dell'amore giocano un ruolo fondamentale, a partire dalla madre del prete che non ha mai accettato veramente la sua scelta e si sente trascurata dal figlio sacerdote. C'è anche il ricordo delle figure femminili incontrate prima di dedicarsi alla Chiesa, come Corinne di "cui amavo - scrive - il suo modo di essere lontana dalla realtà", fino al presente dove troviamo Elena della quale scopre nel confessionale i segreti più reconditi e le pene di un amore nell'assenza, testimoniato in una lettera che la donna lascia nelle mani del reverendo. Le tentazioni e i pensieri di Edoardo Quesada si riflettono e amplificano in quelli di un manoscritto trovato nella libreria della casa in cui vive il sacerdote. Si chiama 'Ai margini', come il libro d'esordio di Gallo Garzia - che vive a Roma - ed è firmato dal nobile, ex proprietario dell'abitazione, Feliciano T che parla di numerosi argomenti ma il più incisivo riguarda il mondo della comunicazione. Il linguaggio parlato per l'autore del manoscritto non è un bene per l'umanità, rende sterile la "comunicazione silente", cioè il pensiero non manifestato che ha una grande e inaspettata influenza sulla realtà.
Alla fine troviamo il reverendo dedito alla preparazione di conserve e case che diventano "prigioni", in un crescendo di annotazioni sull'urgenza di vivere, di non perdere tempo quando si è arrivati quasi al termine della corsa. A risuonare sono le parole dell'Apocalisse e in chiusura le poesie del prete che concludono il diario come in un sogno-incubo.
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