FILIPPO PAVAN BERNACCHI, ROCCAFORTE AFGHANISTAN (MURSIA, PP 348, EURO 18) Afghanistan 2009. Un omicidio all'interno di una base militare italiana scuote i vertici dei servizi segreti e porta a delle tavolette d'argilla, incise in scrittura cuneiforme circa 4.600 anni prima e nascoste agli occhi del mondo. Manufatti che, se portati alla luce, potrebbero riscrivere la storia di tutte le religioni e accendere focolai di rivolta a ogni latitudine. Il messaggio in esse contenuto, infatti, se autentico, proverebbe che le religioni sono state costruite a tavolino da un gruppo di sacerdoti durante un concilio che si perde nella notte dei tempi. Obiettivo: soggiogare le masse e piegarle ai desideri di monarchi e religiosi. In "Roccaforte Afghanistan" il mistero delle tavolette d'argilla si combina con l'azione di narcotrafficanti e mercenari che agiscono in una polveriera dove protagonisti assoluti sono l'Esercito italiano e i suoi uomini. Un "military thriller" con cui l'ex capitano degli alpini Filippo Pavan Bernacchi, già autore del 'profetico' "Non Uccidete Bin Laden" (Mursia 2008 e Mondadori 2010), "si conferma un solidissimo narratore di intrighi bellici", come scrive nella prefazione Alain D.Altieri, il maestro italiano dell'action-thriller.
La missione militare italiana in Afghanistan è riportata fedelmente grazie alla conoscenza diretta dell'autore di procedure, armi, tattiche, terminologie e mezzi. E grazie alla consulenza di diversi militari di svariati reparti e gradi, reduci da quel teatro di guerra. Gli stessi personaggi del libro sono presi di peso dalla realtà e la vicenda afghana - così come si è sviluppata dall'11 settembre 2001 ad oggi - viene raccontata nella sua attualità, con tutto il suo patos e le sue mille contraddizioni. "Roccaforte Afghanistan" racconta come operano l'esercito e i servizi segreti italiani, contro chi, con che logiche. Diversi episodi sono tratti da fatti reali, come l'attacco ai paracadutisti della Folgore - 6 morti -, la liberazione di ostaggi da parte delle nostre Forze speciali o l'uso massiccio di droni. Il libro evidenzia chi siano in realtà i talebani, come si muovano nelle zone tribali a cavallo col Pakistan e come siano braccati dagli aerei senza pilota occidentali in una sorta di wargame. Racconta, insomma, qualcosa di molto distante dalla "missione di pace" di cui sempre si parla, mettendo in luce i vari aspetti di un conflitto cruento, fatto di scontri a fuoco, agenti paracadutati in zone inaccessibili, inseguimenti, blitz, attentati, rapimenti, disinformazione e brutali omicidi. Gli ingredienti del thriller ci sono tutti e Pavan Bernacchi li combina con efficacia. Il libro è curato da Maurizio Pagliano, già editor italiano di Tom Clancy.
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