"Mia nonna comprò il cognome di mia
madre Maria dal padre, Riccardo Scicolone, con cinquemila lire
che le diede mia zia Sofia. Scicolone aveva dato il suo nome
solo a lei, mentre non voleva riconoscere mia madre. Mamma ha
sofferto tanto e anche io perché mio padre Romano Mussolini non
c'è quasi mai stato quando ero piccola. Ma ho di lui sprazzi di
ricordi bellissimi come la voliera che mi portò una volta
tornando da un viaggio. E poi la sua musica". Così Alessandra
Mussolini si racconta tra vita, famiglia e carriera ospite di
Monica Setta a Storie di donne al bivio, nella puntata in onda
giovedì 7 marzo nella seconda serata di Rai 2.
"Dino Risi - prosegue - mi chiese di cambiare cognome per
fare cinema. Mi sarei dovuta chiamare Alessandra Zero, ma non
era la mia strada. Però ci sono alcuni ricordi belli come il
Tassinaro con Alberto Sordi. E altri brutti, come quella volta
che Valeria Golino mi fregò a un provino. Il film lo fece lei e
non io".
Ancora scossa per l'aggressione subita a Strasburgo ("Mia
zia Sofia è stata la prima a chiamarmi per sapere come stavo",
dice) Alessandra Mussolini parla poi della sua famiglia, dei tre
figli Romano, Caterina e Clarissa che portano entrambi i
cognomi, Floriani Mussolini. E anche delle sue paure. "Si, temo
il tempo che passa, le malattie, la morte - confessa - Se
potessi tornare indietro vorrei avere trent'anni e sapere che
tutta la vita è davanti a me".
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