"Werther andrà in scena
regolarmente venerdì prossimo. E' in corso una trattativa e
lunedì a Roma si riuniranno le parti per arrivare a una
soluzione. Per quanto mi riguarda, voglio esprimere la mia
vicinanza alle istanze dei lavoratori delle Fondazioni che da
vent'anni attendono il rinnovo del contratto nazionale". Claudio
Orazi, sovrintendente del Carlo Felice, ha aperto così, questa
mattina la presentazione del 'Werther' di Massenet, secondo
titolo della stagione lirica genovese. Nei giorni scorsi, lo
Snater aveva proclamato lo sciopero unendosi all'azione a
livello nazionale dei sindacati confederali per protestare
appunto per il mancato rinnovo del contratto. In alcuni teatri
sono saltate le prime, in altri (la Scala di Milano) le
produzioni sono andate in scena regolarmente. A Genova è fissata
un'assemblea generale per martedì: i nodi si scioglieranno
inizio di settimana. Alla presentazione il sovrintendente
Claudio Orazi, il direttore artistico Pierangelo Conte, alcuni
artisti del cast, il direttore Donato Renzetti e il regista e
scenografo Dante Ferretti, una carriera cinematografica di
prim'ordine accanto a nomi come Fellini, Pasolini e Scorsese e
tre Academy Awards assegnati. Conte ha sottolineato l'importanza
della coproduzione con il Teatro di Zagabria. Renzetti è reduce
dalla bella prova di 'A midsummer night's day' di Britten:
"Quello di Britten - ha detto - era amore giovane, quello di
Massenet è l'amore tragico. Quando da ragazzo lessi per la prima
volta "I dolori del giovane Werther" di Goethe, pensai che
innamorarsi fosse una iattura da evitare. Il lavoro sulla
partitura di Massenet, basato su un lirismo appassionato e
un'orchestrazione di estrema raffinatezza, richiede alla
bacchetta una grande duttilità". Mettere in scena il Werther di
Massenet, per Ferretti "significa saper rendere la passione e la
follia sotterranea che pervadono il protagonista e che, con il
passare del tempo, tracimano divorando il piccolo mondo perfetto
della provincia più gretta. Non esiste riconciliazione: i
contrasti tra le regole dettate dalle convenzioni sociali e
l'amore più romantico producono dolore e morte".
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