"Un'esplorazione perturbante e
seducente alle radici dell'identità individuale e collettiva,
che chiede a tutti noi il coraggioso atto di spogliarci delle
nostre finzioni": così Claudio Longhi, direttore del Piccolo,
parla di 'Doppio sogno', il nuovo spettacolo di Carmelo Rifici,
che guida una compagnia di giovani attrici e attori tra le
pagine di Schnitzler, nella riscrittura per la scena firmata da
Riccardo Favaro.
Lo spettacolo, una produzione del Piccolo, sarà in scena al
Teatro Studio Melato, in prima nazionale, dal 27 novembre al 23
dicembre.
In Doppio sogno, scritto nei primi anni Venti del Novecento,
Arthur Schnitzler indaga le dinamiche del desiderio e dei
sentimenti di una coppia borghese. In un lungo racconto, che
sconfina nell'incubo e nel fantastico, è raccontata la folle
notte del dottor Fridolin, che, uscito di casa dopo una
discussione con la moglie Albertine, si trova coinvolto in
un'inquietante serie di eventi e incontri a sfondo sessuale.
Nato come saggio finale dell'ultimo percorso formativo della
Scuola di Teatro "Luca Ronconi", Doppio sogno entra ora a far
parte del cartellone del Piccolo, come "specchio straniante -
chiosa Longhi - del nostro presente". "In questo spettacolo, il
disagio che avvertiamo - spiega Rifici - nasce, secondo me,
dallo strano rapporto che si crea tra dei corpi desideranti e
castrati - che esistono anche nella nostra società - e una sorta
di linguaggio costruito che ci definisce, disegna i nostri
ruoli, il nostro modo di pensare, ci instrada su un preciso
percorso di vita. È qualcosa che ci minaccia, che pensiamo ci
appartenga, ma invece è vettore di tremende novità: era così
nell'Austria prenazista di Schnitzler, lo è nella realtà
odierna".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA