"Siamo a stretto contatto con gli
occupanti del Piccolo Teatro Grassi di Milano per elaborare una
proposta di legge da presentare al governo. Crediamo che chi
ricopre le posizioni del potere non sa quali sono le condizioni
reali del nostro lavoro, per cui nell'immediato vogliamo aprire
un tavolo di interlocuzione, non più procrastinabile, tra
lavoratori e lavoratrici e ministero del lavoro. Chiediamo che
gli anni 2020 e 2021 siano considerati per intero come anni di
contribuzione figurativa per tutti i lavoratori e le lavoratrici
del comparto". Lo affermano i dirigenti del Coordinamento Arte e
Spettacolo Campania formato da lavoratrici e lavoratori del
settore tra cui sarte, attori, attrici, danzatrici, tecnici. Il
coordinamento è in Assemblea Permanente da sabato 27 marzo e
ogni venerdì scendono in piazza per i "Venerdì della Freva", per
indicare la rabbia del settore. Oggi erano in 200 in Piazza
Municipio a Napoli, con loro anche Ascanio Celestini.
"È necessario adesso - spiegano- progettare e realizzare
tutte le misure economiche e non, relative ai protocolli di
sicurezza, necessarie a garantire una vera e totale ripartenza
del settore. Non possiamo più aspettare. Il sistema dei bonus
si è rivelato totalmente insufficiente, chiediamo che venga
sostituito con una riforma strutturale degli ammortizzatori
sociali, nonché l'attuazione di una riforma totale del settore
che tuteli non solo grandi enti e aziende ma anche e soprattutto
lavoratori e lavoratrici, nonchè la concretizzazione di
provvedimenti finalizzati al finanziamento di tutte le piccole e
piccolissime realtà che si occupano di spettacolo e cultura.
Dallo scoppio della pandemia ad oggi i teatri, i cinema, musei e
altri luoghi di cultura sono quelli che hanno chiuso per primi e
non sanno quando e con quali condizioni riapriranno. Ci sono
state un paio di false ripartenze che hanno contribuito a
mettere in ginocchio molte e molti lavoratori".
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