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Il Faust secondo Poda "un'esperienza gloriosa"

Il Faust secondo Poda "un'esperienza gloriosa"

Il direttore del Colon Telerman: "onoriamo l'arte italiana"

BUENOS AIRES, 17 marzo 2023, 18:59

di Ludovico Mori

ANSACheck

Il Faust secondo Poda "un 'esperienza gloriosa" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il Faust secondo Poda "un 'esperienza gloriosa" - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il Faust secondo Poda "un 'esperienza gloriosa" - RIPRODUZIONE RISERVATA

BUENOS AIRES - Se la "Resurrection" di Romeo Castellucci su musiche di Gustav Mahler che ha aperto la stagione di 'Divina Italia' al Teatro Colon di Buenos Aires, il 7 marzo, è stata una rappresentazione "imponente", la prima del Faust di Charles Gounod con la messa in scena di Stefano Poda, si è rivelata un'esperienza "gloriosa". In un'intervista all'ANSA, Jorge Telerman, direttore del Colon e già sindaco della capitale argentina, ripercorre la genesi del cartellone che in questi giorni propone il Faust prodotto da Regio di Torino, Opera di Israele e Opera di Losanna.

Senza la presenza concreta e concettuale dell'Ambasciata d'Italia e dell'Istituto italiano di cultura "non sarebbe stato possibile mettere in piedi questo ambizioso ciclo, che nel 2023 attraversa tutta la stagione sinfonica e operistica del Colon, spiega Telerman. "E' la prima volta che facciamo una cooperazione di questa portata e con tantissime opere", evidenzia, aggiungendo che la sinergia con le istituzioni italiane "ha reso possibile un'iniziativa" senza precedenti. "Queste opere ci permettono di aprire una finestra enorme sulla meravigliosa capacità creativa e artistica italiana, dalla Resurrezione di Castellucci al Faust di Poda, fino al Caravaggio di Mauro Bigonzetti", commenta Telerman, sottolineando come "il genio di Poda" abbia ideato una 'mise en scene' brillante. Assistere a quest'opera è una delle migliori esperienze della vita". Le due opere inaugurali, secondo il direttore riflettono la tematica dell'eterna lotta tra il bene e il male: uno degli assi concettuali che attraversa tutta la stagione.

"Crediamo - afferma - che l'arte ci renda migliori. Crediamo in un'idea di arte che si metta in relazione con una società capace di immaginarsi migliore". Ma l'idea di inaugurare con l'Italia una serie di cooperazioni che in futuro vedranno il Colon invitare a collaborare anche istituzioni di altri Paesi non si deve solo agli storici legami che uniscono il teatro all'Italia. "I primi maestri che vennero al Colon erano italiani o si erano formati con i grandi compositori italiani, come Hector Panizzi, allievo di Puccini. Qui hanno cantato Enrico Caruso e Beniamino Gigli, ha diretto Arturo Toscanini, ma per noi l'Italia non è solo un riferimento al passato. Dall'Italia provengono alcune delle visioni più moderne e potenti su questa tradizione e in Italia c'è uno dei movimenti più dinamici e originali della musica attuale". "Divina Italia - conclude - sarà l'occasione per mettere in scena oltre ai grandi classici anche le tendenze compositive più attuali e i grandi drammaturghi, scenografi e coreografi del presente".

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