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Stella McCartney a Cop26, la moda deve cambiare

Stella McCartney a Cop26, la moda deve cambiare

Parla dei suoi risultati 'etici'. Applausi da Carlo e DiCaprio

ROMA, 04 novembre 2021, 16:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Apripista sulla moda etica da tempi non sospetti, vegetariana convinta, Stella McCartney è la stilista di riferimento per i cambiamenti della moda, meno inquinante, più rispettosa della natura e del benessere degli animali. Quando ancora nessuno ne parlava, la figlia di Paul McCartney e Linda (entrambi ecologisti e vegetariani convinti), ben 30 anni fa, ha cominciato una sua personale rivoluzione nella moda scegliendo da subito di evitare pellami e pelliccia.
    Trent'anni fa, non ieri. Forse per questo l'invito a Glasgow a Cop26 non stona affatto. Lei davvero guida i cambiamenti nel fashion, cercando di coinvolgere in questo movimento anche altre maison del lusso, sempre con coerenza. Quest'anno ad esempio ha lanciato la prima borsa con un materiale realizzato con il micelio, ossia i funghi, trattata da sembrare pelle. E anche il NuCycl, una tecnologia capace, secondo i suoi ideatori, di riciclare all'infinito qualsiasi tipo di scarto tessile, naturale come il cotone, o sintetico come il poliestere.
    Un impegno testimoniato dall'installazione al Kelvingrove Museum and Art Gallery di Glasgow che mostra i materiali innovativi e a basse emissioni di carbonio utilizzati dalla McCartney nel corso degli anni. Tra questi, oltre a pezzi realizzati con Mylo️ mycelium unleather di Bolt Threads, le prime scarpe da calcio vegane al mondo, create in collaborazione con Paul Pogba e adidas by Stella McCartney; cotone rigenerativo di Soktas; e Econyl(R) rigenerato da nylon proveniente da rifiuti post-consumo e plastica oceanica.
    Tra i visitatori dell'installazione c'erano il principe Carlo e l'attore Leonardo DiCaprio. "Sono qui per mostrare quale può essere il futuro della moda, che è una delle industrie più dannose per il pianeta", ha detto la designer. "Che c'è un altro modo e altre soluzioni, che possiamo proporre nuove tecnologie e nuovi marchi per scambiare il male con il bene". L'industria della moda deve prepararsi a eliminare gli sprechi e prendere posizioni radicali come abbandonare del tutto la pelle animale.
    Secondo il World Resources Institute (WRI), la moda è il secondo settore manifatturiero più grande del pianeta, responsabile fino all'8% delle emissioni di carbonio.
   

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