(di Mauretta Capuano)
JAVIER CASTILLO, IL GIOCO DELL'ANIMA
(SALANI, PP384, EURO 19,90). Torna Miren Triggs, la giovane
giornalista investigativa creata dallo scrittore bestseller
Javier Castillo e questa volta viene trascinata in un gioco
fatale tra fanatismo religioso, inganni e un gruppo di
adolescenti annoiati. Nel nuovo thriller Il gioco dell'anima,
in libreria per Salani, una ragazza di 15 anni viene trovata
crocifissa in un quartiere di periferia a New York, nel 2011.
Miren riceve poco dopo una strana busta con dentro la polaroid
di un'adolescente imbavagliata con la scritta Gina Pebbles, 2022
e sulla busta l'inquietante invito Vuoi giocare? La giornalista
investigativa lo accetta e si immerge nell'indagine aiutata dal
suo ex professore di giornalismo Schmoer.
Le cose si complicano rispetto al primo romanzo La ragazza di
neve, diventato una serie Netflix di successo, in cui l'indagine
era concentrata sulla scomparsa di una bambina. "Nel primo libro
Miren si era sentita completamente attratta dal sentimento e
dalla necessità di cercare una bambina che si era persa perché
le ricordava il suo essersi persa. Ne Il gioco dell'anima la
giornalista è obbligata a confrontarsi con questo nuovo caso
quando riceve la busta con la fotografia ed è spinta a giocare
un gioco che metterà in pericolo la sua vita" dice all'ANSA
Castillo che è cresciuto a Malaga e con i suoi romanzi ha
venduto oltre un milione e 300mila copie.
Ma c'è un legame tra i due romanzi? "Il personaggio di Mirren
ha le stesse ferite nel primo e nel secondo libro ma le affronta
in modo diverso. Ne Il gioco dell'anima è più matura e ha una
situazione professionale diversa. Nel primo romanzo il mistero
si protrae per molti anni, invece ora ci troviamo difronte a una
storia che viene risolta nel giro di tre giorni. Abbiamo un
mistero più denso, più fosco, più enigmatico rispetto al primo
romanzo".
Quanti volumi avrà questa serie con protagonista Miren? "Tre
e il terzo spero possa vedere la luce il prossimo anno. Miren è
un personaggio forte che in realtà potrebbe fornire materiale
per quindici o venti libri, ma ormai ho costruito la sua
struttura emotiva. Il terzo, che sto scrivendo, penso che sarà
il più spettacolare ed esplosivo. Riguarderà il mistero della
scomparsa del figlio di Ben Miller, il poliziotto dell'Fbi"
annuncia Castillo.
Ma cosa lo ha ispirato nel creare questa figura di giovane
giornalista investigativa che diventa una vera e propria
detective? "Per me Mirren doveva incarnare la critica a un certo
tipo di giornalismo segnato da un grande sensazionalismo e
dall'utilizzo della stampa come auto parlante propagandistico
della politica. Ma poiché Miren è piena di ferite comincia a
superare alcuni confini, alcune linee rosse del giornalismo,
facendo a volte scelte discutibili e per questo ritroviamo
questa sensazione di bisogno di un risarcimento nella sua
ricerca della verità".
Si è ispirato alla cronaca per questo caso? "La fonte di
ispirazione sono tanti casi reali. La storia è frutto della mia
fantasia. Ne Il gioco dell'anima ho parlato del dolore che
porta lo sfruttamento del fanatismo religioso" dice lo scrittore
che da supervisore è diventato consulente delle sceneggiature e
della trama della serie Netflix.
Ci sono adolescenti e giovani nei suoi libri, cosa pensa dei
ragazzi e delle ragazze di oggi? "Sono ottimista che le nuove
generazioni troveranno delle soluzioni a quello che stiamo
lasciando loro in eredità. I giovani sono preoccupati per
tematiche che noi adulti non siamo stati in grado di risolvere,
dalla a guerra alle conseguenze del cambiamento climatico".
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