(di Mauretta Capuano)
IRENE VALLEJO, PAPYRUS-L'INFINITO IN
UN GIUNCO (BOMPIANI, PP 592, EURO 24.00)
La storia del libro in un saggio avventuroso in cui storie
vere e documentate si intrecciano a un racconto che diventa
romanzo di esplorazione e di viaggio. In cui si scopre un mondo
dove l'argilla, il giunco, gli alberi, la carta, le antiche
scuole dove si insegnava l'alfabeto, i laboratori di copiatura
manoscritta, la Biblioteca d'Alessandria, le prime librerie, i
roghi, i gulag ci raccontano la storia del libro come un oggetto
fragile, che nei secoli è stato dato più volte per morto ed è
sempre sopravvissuto a tutto rinascendo, come è accaduto nella
pandemia. Una resistenza miracolosa che la filologa e scrittrice
spagnola Irene Vallejo ci mostra in 'Papyrus - L'infinito in un
giunco', arrivato alla 40/ma edizione in Spagna dove è stato il
più venduto nel lockdown del 2020 ed è ancora nella top 5, in
corso di traduzione in 34 lingue. In Italia è appena uscito
nella traduzione di Monica R. Bedana e dal nostro Paese è
partito il tour internazionale della scrittrice, in questi
giorni a Roma.
"Il libro sembra sempre a rischio, è un oggetto fragile ed è
stato molto commovente immaginare tutta la dedizione delle
persone che nei secoli hanno fatto i loro tentativi di salvare i
racconti, la conoscenza. E' bellissimo pensare che il libro sia
una vittoria nella lotta contro l'oblio e la distruzione. Con
Papyrus vorrei che quando la gente ha in mano un libro si
rendesse conto che è nato per meravigliarci e stupirci" racconta
all'ANSA la Vallejo che vive a Saragozza. E cosa pensa del
futuro del libro? "Sono ottimista. La cultura e il mondo dei
libri è incline a idee apocalittiche, ma io penso che il libro
abbia dimostrato di essere tenace durante i secoli. Sempre sta
morendo, ma rinasce meglio di nessuno. E' importante fare questo
sforzo per salvare i libri ancora oggi, l'epopea non è finita.
Viviamo tempi frenetici, accelerati in cui l'immaginazione è
colonizzata dalla velocità e le novità si divorano a vicenda. La
lettura è un atto di resistenza. Durante la pandemia i libri
hanno dimostrato di essere nostri alleati. Con il libro
elettronico, di luce, ci sarà una coesistenza".
Ma come è nata l'idea di questo libro sulla storia dei libri
a cui ha lavorato per 8 anni? "Da una ricerca di dottorato fatta
a Firenze, alla biblioteca Riccardiana. Per la prima volta ho
avuto tra le mani un manoscritto, studiavo il canone letterario
grecolatino, chi erano i classici. Sono rimasta colpita dallo
sforzo in termini di tempo e denaro per fare una copia scritta.
Da qui è nata l'idea di questo viaggio letterario, un saggio
intessuto come un romanzo con i fili della suspense.
Un'avventura un po' paradossale in cui raccontare la storia dei
libri come avrebbero fatto i narratori orali".
Molta l'attenzione dedicata alle donne e al loro ruolo
fondamentale e sconosciuto nella storia del libro. "Quando si
studia il mondo antico l'unica nominata dai professori è Saffo,
ma ho voluto verificare se fosse così. Papyrus è una storia del
sapere e le donne non sono una semplice nota a piè di pagina.
Sono le protagoniste, hanno difeso i libri da distruzione e
oblio, conservato la memoria, raccontato storie. Ci sono state
figure importantissime come la sacerdotessa Enheduanna, la prima
a firmare un testo letterario. Perché una donna così importante
della storia letteratura manca nei libri di testo? E c'è Ipazia,
la moglie di Pericle di cui Tucidide ci ha tramandato i discorsi
scritti per il marito sui quali si sono basati tanti interventi
politici di Obama e Kennedy. Queste cose si devono rivendicare e
devono saperle le ragazze di oggi. Le donne avevano tanti
ostacoli e allora hanno ancora più merito".
La Vallejo si sofferma anche sull'importanza dell'oralità
"che è difficile da conoscere, non ci sono documenti, fonti, ma
è importante. E mi piace vedere che non è morta, vive nei
podcast e negli audiolibri. Le tecnologie più innovative si sono
alleate all'oralità. E mi interessa in particolare il percorso
di democratizzazione della scrittura e dei libri che erano ai
primi tempi privilegio dei ricchi, dei potenti. Siamo riusciti a
democratizzarli attraverso biblioteche e librerie, fino a
internet e all'accesso al sapere".
Ma chi sono i veri protagonisti del libro che ci porta sui
campi di battaglia di Alessandro Magno, tra le stanze dei
palazzi di Cleopatra, nella Villa dei Papiri di Pompei prima
dell'eruzione del Vesuvio, ci mette a confronto con filosofi
come Socrate e Platone? "I veri e propri protagonisti sono le
persone anonime, che chiamo i salvatori dei libri, i primi
librai, i bibliotecari, gli eruditi di Alessandria che hanno
fatto una catena lungo il tempo per salvare i libri. E oggi
insegnanti, editori, traduttori, librai" dice la Vallejo che è
stata insegnante, è autrice di due romanzi e di libri per
ragazzi e ha scritto questo libro un po' incantata da Italo
Calvino, Umberto Eco, Roberto Calasso, Luciano Canfora, tra gli
autori che hanno "nutrito la mia immaginazione e hanno
esplorato territori di confine", spiega.
L'avventura cominciata con Papyrus potrebbe continuare. "Ho
tolto da questo libro la parte sull'invenzione della stampa che
potrebbe essere un seme per un prossimo volume, ma vorrei
tornare anche al romanzo" racconta la scrittrice, emozionata di
presentare un suo libro in Italia, dove tutto è cominciato.
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