(di Mauretta Capuano)
Emanuele Trevi ha vinto il Premio
Strega 2021, 187 voti, con un libro speciale che è romanzo,
autobiografia, un po' saggio, in cui ha raccontato 'Due vite'
(Neri Pozza) quella degli scrittori e amici Rocco Carbone e Pia
Pera, scomparsi prematuramente, restituendoci la loro
personalità. Un libro che non era scontato conquistasse il
pubblico e invece è subito piaciuto, cosa ha emozionato di più i
lettori?
"Noi amiamo nei libri il senso dell'unicità umana, il senso che
ogni essere umano è irripetibile. Gli altri sono tutti orpelli,
cose in cui crediamo di identificarci e che non hanno nessun
reale significato. Non amiamo Madame Bovary perchè si innamora o
perchè è felice, ma perchè non c'è nessuno simile a lei mentre
ci sono tante persone come suo marito. L'unica cosa è l'unicità.
Rocco Carbone e Pia Pera erano due persone fighe, che hanno
vissuto la loro vita" dice all'ANSA Trevi il giorno dopo la
vittoria del Premio Strega, già sfiorata nel 2012 con 'Qualcosa
di scritto' (Ponte alle Grazie).
'"Un po' me lo sono inventato da solo questo genere ibrido"
spiega Trevi, romano, 57 anni.
Una vittoria che segna anche il primo trionfo allo Strega di
Neri Pozza, casa editrice indipendente. "Neri pozza non è il
mio editore principale. Questo libro è nato casualmente con
loro, per una grande stima culturale. Abbiamo fatto insieme dei
lavori molto importanti come il rilancio di Giuseppe Berto e la
cura dell'edizione di una grande scrittrice inglese
dell'ottocento, George Eliot. Sono persone molto serie, io non
amo i grandi o piccoli editori. Amo le persone serie perchè il
lavoro nostro per farlo bene ha bisogno di un certo rigore delle
persone, della capacità di capire l'importanza di certi
dettagli. Loro sono veramente di serie A. Insieme abbiamo
ottenuto un successo che è il più grande che si possa ottenere
nella carriera di uno scrittore" spiega Trevi che ha pubblicato
tra l'altro con Einaudi, Laterza, Rizzoli e Ponte alle Grazie.
"'Due vite' racconta un nuovo modo di scrivere la letteratura
dei prossimi anni. Vogliamo pubblicare libri che stiano su un
crinale dove la narrativa si contamina con altri generi . E'
questo il nostro progetto e siamo felici che sia stao
riconosciuto e premiato" spiega Roberto Cotroneo, editor
narrativa italiana della Neri Pozza. E il direttore editoriale
della Neri Pozza, Giuseppe Russo, sottolinea: "Questa è una
vittoria che fa bene all'insieme della società letteraria
italiana".
Ti piacerebbe un film da 'Due vite'? "Odio i progetti
cinematografici tratti dai libri. La letteratura ha come arte
gemella il teatro. A me non piace proprio l'idea. Poi se trovi
il genio, certo. Mi piacerebbe che Sorrentino o Garrone o
Ammaniti, i tre registi che ammiro di più in Italia, facessero
delle cose ispirate a me. Mi piacerebbe raccontargli una storia
nuova più che pigliassero un libro. Io cerco di suscitare
immaginazione nella testa del lettore. E' una concorrenza che
ritengo sgradevole come idea, invece mi piacerebbe scrivere un
soggetto originale, mi interesserebbe molto di più" dice Trevi.
Dieci anni fa hai sfiorato la vittoria con 'Qualcosa di
scritto'. Cosa ha significato tornare allo Strega?
Vedere dalle foto che sono proprio invecchiato. Vedo che il
tempo passa. Adesso lo Strega è fatto meglio. Ho trovato che
Stefano Petrocchi, il direttore della Fondazione Bellonci, sia
un grande. Lo ho sempre sospettato che volesse rivoluzionare il
premio, adesso ho capito come. Lo ha cambiato copernicanamente.
Lo ha strappato agli editori, ai grandi gruppi editoriali. E'
migliorato il livello e migliorerà sempre però ci tengo a dire
che, secondo me, non ci sta una differenza qualitativa tra i
grandi e i piccoli editori, è proprio fuffa. Non è sbagliato in
sé il voto di stima a una casa editrice però deve essere
contemperato con voti che invece esigono una lettura molto
attenta del libro".
Alto nella cinquina ma anche nella dozzina, il livello dei
libri di questa edizione, secondo Trevi. "Comunque non leggo
tanti libri contemporanei, ne leggo pochissimi. Quest'anno mi ha
molto colpito il libro di Nicola Lagioia, se lui avesse
partecipato al Premio avrebbe sbaragliato sia me che la Di
Pietrantonio, che eravamo i più forti"
E l'esclusione di Teresa Ciabatti dalla cinquina? "Lei è stata
molto carina con me, incoraggiante. Per il resto non avendo i
social sono stato all'oscuro di tutte le polemiche perchè se tu
non hai i social non sai niente. Non lo dico per snobberia, non
li so usare. Non li considero una cosa più intelligente di
un'altra. Non credo siano stupidi, perchè dovrebbero esserlo?
E ora, dopo il tour con la cinquina, parte il tour del
vincitore, prima tappa Il libro possibile a Polignano a Mare
(Ba). "Vorrei consigliare a tutti quelli che vogliono
partecipare al Premio Strega di farsi un giro in Italia,
indipendentemente, per vedere se il loro romanzo piace ai
librai, ai lettori. Altrimenti il premio Strega non è un lievito
sufficiente. Non è che se parti da zero il Premio Strega da vita
a una macchina morta" dice Trevi e annuncia tra i progetti :
"scriverò un libro simile al mio 'Sogni e favole', però cerco
sempre di fare una cosa nuova".
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