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Maryse Condé, l'ultimo libro un testamento spirituale

Maryse Condé, l'ultimo libro un testamento spirituale

Il Vangelo del Nuovo Mondo uscito nel 2022

ROMA, 02 aprile 2024, 18:33

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

L'ultimo libro uscito in Italia di Maryse Condé è 'Il Vangelo del Nuovo Mondo', pubblicato nel 2022 da Giunti nella traduzione di Silvia Rogai. Con questo romanzo la scrittrice, morta stanotte nel sud della Francia, più volte candidata al Premio Nobel e vincitrice del Nobel Alternativo nel 2018 (l'anno in cui il prestigioso riconoscimento dell'Accademia di Svezia è stato colpito dagli scandali e sospeso) ci ha consegnato il suo testamento spirituale. Nel libro si ritrovano i temi che ha indagato nelle sue opere come il multiculturalismo, le disuguaglianze, le religioni, ma con ancora più forza, con grande ironia e molti riferimenti letterari da Colette a Camus e Proust. Dettato parola per parola a un'amica, 'Il Vangelo del Nuovo Mondo' ci dice che "l'uguaglianza tra gli uomini è un mito" e ci conduce, attraverso la parabola di un Gesù di oggi, dentro l'unico vero percorso di salvezza: la via dell'amore. Nata nel 1937 nella Guadalupa, Condé laureata alla Sorbona di Parigi, ha vissuto in diversi paesi africani prima di trasferirsi per oltre vent'anni negli Stati Uniti dove ha insegnato a Berkeley, Harvard e alla Columbia University e di stabilirsi in Francia dove è morta. Autrice di libri come Vita perfida (Edizioni E/O), Segù (Edizioni Lavoro) e Io, Tituba strega nera di Salem (Giunti), ha dedicato questo suo ultimo romanzo alla memoria del Nobel Josè Saramago, autore de 'Il Vangelo secondo Gesù Cristo' in cui troviamo un messia molto umano.
    Pascal, trovato una domenica di Pasqua in un capanno, adottato dai coniugi Ballanda, devoti cristiani che non sono riusciti ad avere figli, è il messia contemporaneo immaginato da Maryse Condé nel suo ultimo romanzo. È un mulatto dalla bellezza ultraterrena, con i capelli lisci e neri e gli occhi grigio-verde di cui era impossibile stabilire la "razza", una parola quest'ultima - dice la scrittrice nel libro - "ormai obsoleta" che andrebbe sostituita con "origine". E scoprire le proprie misteriose origini è l'ossessione di Pascal che non ha un rapporto tranquillo con i genitori adottivi, Eulalie di origini vichinghe e Jean-Pierre, che discende da un africano, dediti alla coltivazioni di fiori tra cui la Rosa Cayenne e la Rosa Te' te Ne' gresse. Crescendo, il ragazzo di origini divine comincia a compiere diversi prodigi e ha un seguito di appassionati discepoli. Si muove tra la Guadalupa, New York, il Brasile e le favelas, conosce la sua vera madre che si è convertita all'Islam e va alla ricerca del padre, Corazon Tejara, professore di storia delle religioni, che lascia tutto, fonda un ashram e diventa un maestro al quale una profezia aveva rivelato che suo figlio non sarebbe stato come gli altri.
    Quando Pascal intuisce che la sua missione è rendere il mondo più armonioso e tollerante, fonda l'associazione Le Gai Savoir, in omaggio a 'La gaia scienza' di Nietzsche, ma recluta solo dodici membri tra cui due disoccupati che avevano per anni saccheggiato la banlieue parigina.
   

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