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Franco Lorenzoni, il maestro racconta la scuola ideale

Franco Lorenzoni, il maestro racconta la scuola ideale

In libreria 'Educare controvento'

ROMA, 08 aprile 2023, 18:21

Redazione ANSA

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Franco Lorenzoni, il maestro racconta la scuola ideale - RIPRODUZIONE RISERVATA

Franco Lorenzoni, il maestro racconta la scuola ideale - RIPRODUZIONE RISERVATA
Franco Lorenzoni, il maestro racconta la scuola ideale - RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCO LORENZONI, 'EDUCARE CONTROVENTO' (SELLERIO, PP. 368, EURO 16)

'Educare controvento' del maestro elementare Franco Lorenzoni (1953) è il terzo capitolo di una trilogia iniziata con 'I bambini pensano grande' (Sellerio 2014) e proseguita con 'I bambini ci guardano' (Sellerio 2019), libri sono indirizzati a insegnanti ed educatori che sognano una scuola migliore. In 'Educare controvento' Lorenzoni tratta i temi che definisce fondamentali per una didattica giusta: corpo, spazio, tempo, dialogo, arte del convivere; negli altri capitoli racconta le gesta di maestri che, armati di impegno e passione, hanno fatto dell'insegnamento un credo e hanno reso la scuola un luogo democratico di libertà, confronto, crescita. I maestri di cui Lorenzoni scrive sono Piero Calamandrei, Alessandra Ginzburg, Emma Castelnuovo, Nora Giacobini, Mario Lodi, Lorenzo Milani, Alexander Langer fino ad arrivare alle giovanissime Malala Yousafzai e Greta Thunberg.

L'autore illustra la ricchezza del pensiero infantile e dimostra come spesso i bambini abbiano delle intuizioni che diventano arricchimento per il maestro, perché i piccoli possiedono "l'arte magica del trasformare le cose", simile a quella sprigionata dalla letteratura che conquista i lettori perché "ha il potere di trasformare lo sguardo che noi abbiamo sulle cose" e aiuta non solo a comprendere il mondo, ma a "fantasticare e provare a costruirne altri di mondi, inventando ciò che non c'è". L'educazione intellettuale, sottolinea Lorenzoni, punta a permettere agli allievi di essere liberi di scegliere e pensare, come affermava il pedagogista svizzero Jean Piaget, del quale, nel libro, vengono citate alcune riflessioni: "Lo scopo dell'educazione intellettuale non è quello di saper ripetere o conservare verità belle e fatte, perché una verità che viene ripetuta non è che una mezza verità: ma è piuttosto quello di apprendere e conquistare da se stessi il vero". Quindi "non è possibile formare delle personalità autonome nel campo morale se l'individuo è sottoposto a una costrizione intellettuale tale che egli debba limitarsi ad apprendere a comando".

Alcune tra le pagine più suggestive del libro riportano pensieri di bambini che hanno provato a definire il tempo: "A me la parola tempo fa un po' paura perché non so cosa c'è dopo", afferma Sabrina che all'epoca in cui scriveva queste frasi frequentava la terza elementare. Mentre la piccola Emilia dice: "Se qualcuno mi chiede cos'è il tempo io gli dico che è qualcosa che scorre ma non si vede, è qualcosa che si può tradurre ma disegnare lui stesso è impossibile". Quanto alla scuola ideale per Lorenzoni, "dovrebbe essere circondata da un'isola pedonale vietata alle automobili" e "tutte le bambine e bambini, o almeno i più piccoli dai 3 agli 8 anni", dovrebbero poter "entrare e uscire liberamente dalle loro aule, che è auspicabile abbiano tutte un'apertura diretta e autonoma verso un luogo aperto, possibilmente verde". Modificare gli spazi migliora l'apprendimento e un insegnante dovrebbe avere l'ardire "di cambiare in più occasioni la disposizione dei banchi, perché spazi diversi producono reazioni, pensieri e relazioni diversi".

Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, nato negli anni Cinquanta e ispirato alle idee del pedagogista ed educatore francese Freinet, Lorenzoni ha fondato ad Amelia, in Umbria, la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che ricerca su temi ecologici, scientifici, interculturali e di inclusione.
   

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