No a tutte le nuove intolleranze,
da destra e da sinistra: oltre 150 intellettuali di area liberal
- icone come Margaret Atwood, Noam Chomsky, Salman Rushdie e
J.K. Rowling - hanno diffuso sulla rivista Harper's una lettera
aperta in cui denunciano "nuove forme di censura" negli ambienti
progressisti che stanno creando "un clima intollerante
all'interno della società".
Nella lettera, la cui gestazione e' cominciata un mese fa su
iniziativa dello scrittore nero Thomas Chatterton Williams, i
firmatari prendono atto della resa dei conti in atto negli Usa
sui temi del razzismo, ma affermano anche che "le nostre norme
di dibattito aperto e tolleranza stanno scomparendo a favore
dell'uniformità ideologica".
La lettera ha portato in superficie un dibattito in corso
nelle redazioni dei giornali, le università, case editrici e
musei sul costo che il "free speech" rischia di pagare a fronte
dei necessari radicali passi avanti sul fronte dell'inclusione.
"Inizialmente eravamo preoccupati per la tempistica", ha
spiegato Williams al New York Times: "Il dibattito su questi
temi ci stava a cuore da tempo ma non volevamo che la lettera
venisse considerata una reazione alle proteste contro gli abusi
della polizia".
Secondo i firmatari, che includono anche giornalisti come
Fareed Zakaria, il musicista jazz Wynton Marsalis, lo scrittore
Jeffrey Eugenides, la femminista Gloria Steinem e il coreografo
Bill T. Jones, "il libero scambio di idee e di informazioni,
linfa vitale di una società liberale, sta quotidianamente
diventando più limitato. Ce lo aspettavamo dalla destra
radicale, ma la censura si sta diffondendo sempre di più nella
nostra cultura: una intolleranza delle opinioni divergenti, una
moda per l'ostracismo pubblico e la tendenza a dissolvere
complessi temi politici in una accecante certezza morale".
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