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Addio a Laura Lepetit, editrice de La Tartaruga

Addio a Laura Lepetit, editrice de La Tartaruga

intellettuale, femminista, aveva 89 anni

ROMA, 06 agosto 2021, 18:53

Redazione ANSA

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La copertina dell 'autobiografia di Laura Lepetit - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina dell 	'autobiografia di Laura Lepetit - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina dell 'autobiografia di Laura Lepetit - RIPRODUZIONE RISERVATA

Intellettuale, femminista, grandissima editrice, Laura Lepetit, fondatrice de 'La Tartaruga', la casa editrice che pubblicava unicamente libri di donne, è morta il 6 agosto, a 89 anni appena compiuti, nella sua casa di Poggio Murella, in Maremma. A dirlo all'ANSA è l'amica di famiglia Annarosa Buttarelli, compagna di molte imprese editoriali tra cui la cura della collana 'Pensiero e pratiche di trasformazione' di Moretti & Vitali e che recentemente ha scritto una nota per un libretto, 'Cavoli a merenda', in cui con la sua ironia consueta la Lepetit commenta ricette di cucina scritte da altri, che uscirà postumo in autunno, pubblicato dall'editore Tre Lune di Luciano Parenti.

Nata il 3 agosto 1932 a Roma, Laura Maltini in Lepetit si trasferisce nel 1944 a Milano dove si laurea in Lettere moderne all'Università Cattolica del Sacro Cuore. A ventiquattro anni si sposa con l'industriale Guido Lepetit con cui ha due figli. Dopo aver fatto qualche supplenza come insegnante, rileva con Anna Maria Gandini e altri amici, negli anni Sessanta, la gestione della libreria Milano Libri, in via Verdi, di cui è un'assidua frequentatrice. Nel 1975 decide di fondare la casa editrice La Tartaruga che ha diretto fino al 1997, quando vende marchio e catalogo alla Baldini&Castoldi. "Avevo appena letto Le tre ghinee di Virginia Woolf e scoperto con stupore che nessuno lo aveva ancora tradotto. Lo faccio io, decisi. La Tartaruga è nata così" raccontava della sua casa editrice che ha pubblicato grandi scrittrici come Margaret Atwood, Ivy Compton-Burnett, Nadine Gordimer, Barbara Pym, Virginia Woolf, Gertrude Stein, Grace Paley, Doris Lessing, Alice Munro, riportato alla luce testi di autrici italiane come Anna Banti, Paola Masino e Gianna Manzini e scoperto esordienti come Francesca Duranti, Silvana Grasso e Silvana La Spina. La Lepetit è stata anche la prima a pubblicare i testi della comunità filosofica Diotima di Luisa Muraro.

Insignita nel 1987 del titolo di cavaliere del lavoro "per meriti morali e professionali" la Lepetit ha ricevuto, nel 1989, il premio Creare è donna e, nel 1995, in occasione del ventennale della Casa Editrice, il premio Editore Donna. La sua storia la ha raccontata in 'Autobiografia di una femminista distratta', pubblicata da Nottetempo nel 2016. "Davanti ai libri mi sento come un cane da tartufi. Li cerco col naso, ne sento l'odore, capto i segnali che mandano e batto il terreno con il muso tra i cespugli" ha scritto nel libro in cui ha raccontato le sue avventure nel mondo editoriale, l'esperienza del femminismo con Carla Lonzi, il circolo delle donne Cicip, Radio Popolare, ritratti degli amici, la passione per i gatti. Tutto con il suo sguardo sulle cose pieno di humour e candore.

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