(di Paolo Petroni)
FEDERICO MARIA SARDELLI, 'LUCIETTA -
Organista di Vivaldi' (SELLERIO, pp. 320 - 15,00 euro)
Federico Maria Sardelli, livornese di nascita, ha in sé
quello spirito toscanaccio e una bella vena satirica, per cui
collabora al Vernacoliere da anni e anni ed è autore di fumetti,
raccolti nel volume 'Paperi in fiamme', e infine scrive anche
romanzi di qualche qualità e successo, come quest'ultimo su una
certa Lucietta, organista virtuosa e esecutrice delle musiche
che le scrive Vivaldi.
Il fatto è che tutto questo è un di più, non un hobby o un
passatempo, qualcosa d'altro rispetto al suo essere
principalmente un musicista di fama internazionale, flautista e
direttore, e a 60 anni un'autorità per la musica barocca e per
quella di Vivaldi in particolare, su cui ha sempre lavorato,
scoprendo moltissime composizioni inedite, compresa l'opera
'Motezuma' proposta poi a Rotterdam nel 2005. È membro del
comitato scientifico dell'Istituto Italiano Antonio Vivaldi
presso la Fondazione Giorgio Cini di Venezia e responsabile del
Vivaldi Werkverzeichnis, monumentale catalogo generale del
musicista delle Quattro Stagioni. E su questa sua attività ha
scritto nel 2015 un romanzo saggio storico avvincente, L'Affare
Vivaldi (Sellerio, pp. 298 - 14,00 euro), in cui narra "le
peripezie dimenticate, assurde, comiche, incredibili, cariche a
volte di suspense tra dramma e farsa sui manoscritti del Prete
Rosso che, morto in miseria e presto dimenticato, lasciò
centinaia di partiture autografe passate di mano in mano fra
bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due
secoli".
Allo stesso modo ha poi scritto nel 2021 Il Volto di Vivaldi
(Sellerio pp. 300 - 24,00 euro) in cui parla di pittura, di
musica e di storia, incrociando l'analisi tecnico-scientifica e
stilistica dei ritratti con i dati noti o dubbi della biografia,
alla ricerca di un volto vero del musicista, tra i tanti che ci
sono arrivati veri e presunti, partendo dai tanti buffi abbagli
storici e divertenti para-dossi che nascono quando si pretende
di ricavare le informazioni biografiche e caratteriali dai
tratti somatici.
Un'immersione nel mondo vivaldiano che dà i suoi frutti con
la storia, tra realtà storica e invenzione, di Lucetta, con cui
il toscano Sardelli ricrea il mondo, dalle abitudini alla
cucina, e la lingua veneta con intermezzi dialogati di grande
vivacità e sonorità teatrale. Lucietta nasce nel 1677 ed è
un'orfana che viene abbandonata nella ruota di un convento,
Antonio (Vivaldi) nasce l'anno dopo, prematuro e con difficoltà
respiratorie e il loro incontro avverrà 25 anni dopo
all'Ospedale della pietà, dove lui insegna violino alle ragazze:
"Lucietta e le altre camminano verso il refettorio euforiche:
hanno da dirsi mille cose su quell'uomo straordinario e su quel
nuovo modo di fare musica", con più vigore e brillantezza come
scolpendo lo spartito.
Antonio è diventato prete e compositore di fama e Lucietta,
cresciuta isolata e tra ristrettezze, un'ottima organista che
negli incontri con quel musicista così innovativo e che la
predilige trova una ragione di vita e soddisfazioni, ma poi la
sua vita si richiuderà su se stessa e diverrà cieca: una vicenda
dimenticata dalla storia non solo perché lei è donna, ma
soprattutto perché appartenente alla classe dei diseredati.
Sardelli si è avvalso delle ricerche sulle ragazze della
Pietà di Micky White, e poi ha ricostruito col suo intuito e le
conoscenze dell'epoca e di quel mondo per restituircene un
affresco vivo, ricco, vero e interessante.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA