Come vedono il futuro i
protagonisti della generazione della ricostruzione, nati fra il
1926 e il 1945? E, soprattutto, quale futuro vedono per i
ragazzi della generazione Z, già nati in questo millennio?
Domande a cui cerca di rispondere il libro 'Visioni e artefici
del futuro - I protagonisti del Novecento raccontano' (pagine
223, 18 euro) di Laura Bajardelli, manager in una compagnia di
assicurazione e membro di board di altri organismi come
Fondazione Cariplo, e del generale Camillo de Milato, presidente
dell'Osservatorio Metropolitano di Milano e croce d'argento al
merito dell'esercito.
Nel volume gli autori interpellano sull'argomento esponenti
della società civile che hanno già vissuto una 'ricostruzione',
14 protagonisti del '900 come Claudia Sorlini, Silvio Garattini,
Roberto Mazzotta, Don Gino Rigoldi, Luciano Pero, Runo Munari e
Giulio Mainini. "Le risposte di artisti, professionisti,
comunicatori, opinionisti che si potrebbero pensare 'fuori moda'
- spiegano gli autori - sono al tempo stesso sorprendenti e
confortanti. Perché il futuro non è morto, a volerlo affrontare
e sostenere. Ma va costruito, al di là dei timori, delle
inerzie, dei pregiudizi e del pessimismo che non è "della
ragione", ma "della paura e della pigrizia".
La prefazione è affidata a Giovanna Iannantuoni, rettrice
della Bicocca e presidente della Conferenza dei Rettori (Crui).
Le conclusioni del libro, presentato all'Istituto dei ciechi di
Milano, sono invece di Bruno Dapei, direttore dell'Osservatorio
Metropolitano.
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