La città di Napoli d'epoca greca,
Neapolis, fu costruita ex novo e con un progetto "armonico e
proporzionale" a differenza delle città arcaiche. E' quanto
emerge dal volume 'Forma Urbis Neapolis. Genesi e permanenza del
disegno della città greca' realizzato da Alfredo Buccaro,
Alfonso Mele e Teresa Tauro dell'Università Federico II di
Napoli e presentato oggi alla presenza del ministro della
Cultura, Gennaro Sangiuliano.
"E' importante raccontare la stratificazione storica della
città di Napoli che, al centro del Mediterraneo - ha detto il
ministro - ha visto sovrapporsi tante civiltà: dal primo
insediamento della Neapolis greca, poi i romani, i bizantini, i
normanni, gli svevi, gli angioini e gli aragonesi. Tante civiltà
ciascuna delle quali ci ha lasciato qualcosa e camminando per
Napoli le mura, le pietre ci parlano e ci raccontano questa
storia".
A corredo del volume, è stata realizzata una vera e propria
mappa digitale elaborata dall'equipe di Cirice (Centro
interdipartimentale di ricerca sull'iconografia della città
europea dell'Ateneo federiciano) consultabile sul sito. "Questo
volume -ha sottolineato il rettore Matteo Lorito - è uno
strumento che ci consente di conoscere meglio anche la nostra
identità culturale e di apprezzarla perché spesso si passeggia
senza conoscere la storia che è sotto ai nostri piedi ed è uno
strumento utile sia per gli addetti ai lavori che per i
cittadini che vogliano sapere qualcosa in più su Napoli e sul
legame tra la Napoli moderna e quella antica".
Come spiegato dal professor Buccaro, "grazie agli strumenti
digitali abbiamo potuto georeferenziare le carte storiche unendo
un database alfanumerico con rinvenimenti archeologici,
documenti di archivio messi insieme e uniti come i tasselli di
un mosaico ottenendo un disegno di un documento di pietra che è
sotto ai nostri piedi".
Alla presentazione, tra gli altri, anche il sindaco Gaetano
Manfredi che ha evidenziato come "la città sta vivendo una serie
di scoperte che ci fanno toccare con mano l'impronta greco e
romana. Penso che questi studi possano aiutarci a costruire un
precorso archeologico che può essere ulteriore patrimonio di
conoscenza e di memoria di una Napoli straordinaria".
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