CONSERVATORI, STORIA E ATTUALITA'
DI UN PENSIERO POLITICO di MARCO INVERNIZZI e OSCAR SANGUINETTI
(EDIZIONI ARES, PP.304, 20 EURO)
Affrontare l'universo del conservatorismo non si presenta
semplice: da un lato la complessità perfino definitoria del
termine prima ancora del tema, dall'altro la necessità di un
approfondimento che ricostruisca in una prospettiva storica,
politologica e scientifica. Su questo versante appare
interessante, quanto necessario, il lavoro di Conservatori,
Storia e attualità di un pensiero politico.
Il libro, di Marco Invernizzi e Oscar Sanguinetti arricchito
dai contributi di Giovanni Orsina, Andrea Morigi, Francesco
Pappalardo e Mauro Ronco, con rigore e attenzione non comune
dipana non pochi imprecisioni e luoghi comuni.
Il conservatorismo non è semplicemente una mentalità
individuale o una condizione di fatto: è anche un fenomeno -
sostengono gli autori -, una realtà osservabile, di natura
collettiva e culturale, civica e politica, ovvero un insieme di
giudizi non episodici sul reale che un gruppo umano ha formulato
nel tempo e continua a formulare: possiede cioè un pensiero, ha
avuto e ha dei teorici, ha una ricaduta sulla società e sulla
politica e, ormai, anche data da qualche secolo. "Non è tuttavia
un'ideologia, almeno - viene precisato - come la si intende
comunemente".
Particolarmente originale nella sua trattazione Andrea
Morigi: "Il processo di trasformazione della Destra italiana,
ormai in atto da decenni, consiste in un affrancamento dallo
statalismo e nella centralità del diritto naturale", scrive tra
l'altro. E per stare al presente la 'firma' del quotidiano
Libero ricorda quando la presidente del Consiglio, Giorgia
Meloni, ha citato nel suo primo discorso alla Camera il filosofo
Roger Scuton, "uno dei grandi maestri del conservatorismo
europeo", costringendo i mezzi di informazione a chiedersi cosa,
e come mai, fosse cambiato nel pantheon culturale della Destra
italiana.
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