Enti di ricerca ed ebraici insieme
per la pietra d'inciampo della scienza e della cultura. A un
anno dalla nascita della piattaforma web "Pagina della Memoria"
e in vista del Giorno della Memoria del 27 gennaio, si
formalizza ed espande la collaborazione per la raccolta e la
disseminazione della documentazione e delle testimonianze in
merito all'impatto delle leggi razziali nazifasciste sulla
comunità scientifica e accademica italiana. Con l'Accordo
firmato il 10 gennaio 2023, l'INGV, il CNR, l'Accademia dei
Lincei e l'INAPP, con l'UCEI e il CER, collaboreranno con
l'intento di delineare l'impatto che le cosiddette "leggi
razziali" ebbero sulla comunità scientifica e accademica
italiana. La collaborazione andrà a implementare la piattaforma
"Pagina della memoria" inaugurata dall'INGV lo scorso gennaio
2022, proprio con lo scopo di studiare, raccogliere e divulgare
testimonianze e documentazione relativi ai cittadini di
religione e/o origine ebraica, congedati, dispensati, espulsi o
allontanati dagli Enti di Ricerca, dalle Università e dalle
Accademie italiane. Con iniziative congiunte, gli enti
promuoveranno ricerche documentali, storiche e bibliografiche,
nonché la realizzazione di eventi culturali, di studio e
divulgazione al fine di sottolineare il drammatico impatto di
quel corpus di provvedimenti legislativi che, a partire dal
Regio Decreto Legge n. 880 del 19 aprile 1937, vennero poi
denominate "Leggi razziali".
"L'aspetto fondamentale di questo progetto consiste nella
costruzione di un percorso comune e condiviso tra enti di
ricerca ed ebraici, per la raccolta, lo studio e la diffusione
di testimonianze e documenti inerenti all'applicazione delle
cosiddette "Leggi razziali" nei contesti istituzionali legati
all'alta formazione. Vogliamo così sottolineare il danno
irreparabile che fu arrecato al progresso scientifico e
culturale italiano", precisa Aldo Winkler, ideatore del
progetto. "Inoltre, intendiamo valorizzare le testimonianze
riguardanti l'espulsione di molte donne, la cui partecipazione
agli studi e alla vita accademica, nella società ebraica, era
assolutamente all'avanguardia rispetto alle consuetudini
dell'epoca".
Secondo Carlo Doglioni, Presidente dell'INGV, "La memoria degli
eventi è la base per una società della conoscenza, sia per
difendersi dai rischi naturali, che per prevenire il ripetersi
di comportamenti umani che travalicano ogni limite etico. La
scienza italiana ha subito le gravi conseguenze delle leggi
razziali ed è opportuno che una tale fase drammatica della
nostra storia sia approfondita e divulgata affinché non debba
ripetersi". La Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, Noemi Di Segni, sottolinea altresì che "il ricordo di
ciò che è stato - accompagnato dalla ricerca e dall'esame
rigoroso dei fatti - è la necessaria premessa affinché si possa
giungere a una maggiore comprensione degli eventi".
"Molti non ricordano e molti non conoscono le assurde
persecuzioni perpetrate in quel triste periodo storico - afferma
Sebastiano Fadda, Presidente dell'Istituto Nazionale per
l'Analisi delle Politiche Pubbliche - Ma il coraggio di chi ha
subito i tristi orrori della deportazione e di chi, non
piegandosi, ha dovuto abbandonare le proprie comunità
accademiche e di ricerca per proseguire in esilio la propria
attività deve essere ricordato e additato come esempio in un
mondo che ancora vede spesso soffocate la dignità e la libertà
dell'uomo".
"A causa delle leggi razziali del 1938, donne e uomini, eminenti
scienziati, giovani ricercatori e tecnici furono dispensati dal
servizio nel nostro ente, come in altri. Rappresenta ancora oggi
una delle pagine più buie del Novecento e che originò la
distruzione di scuole scientifiche, come di interi nuclei
familiari", dichiara Maria Chiara Carrozza, Presidente del
Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il Presidente dell'Accademia
Nazionale dei Lincei Roberto Antonelli, tra le tante personalità
ebraiche italiane che della nostra accademia furono soci,
"ricorda almeno tre Presidenti: Vito Volterra, Guido Castelnuovo
e Beniamino Segre, ebrei pienamente italiani che, come molti
altri ebrei, hanno contribuito alla scienza e alla nostra
democrazia civile».
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