"A questo punto non è più il popolo
ad avere paura, è il regime che ha paura". Lo dice all'ANSA la
scrittrice iraniana Azar Nafisi delle proteste anti governative
in corso da quasi tre mesi in Iran al suo arrivo a 'Più libri
più liberi', la fiera della piccola e media editoria alla Nuvola
di Roma dove l'autrice del bestseller 'Leggere Lolita a Teheran'
è la stella di questa edizione.
"Sicuramente si tratta di una vera e propria sollevazione in
Iran. Nei 43 anni da quando esiste ormai la Repubblica islamica,
ci sono state altre manifestazioni e proteste però auspicavano
delle riforme. Ma l'Iran non si può riformare, adesso ci si è
resi conto che riformare il Paese vuol dire realizzare una
rivoluzione. Non si può essere mezzi totalitari. Non ci sono vie
di mezzo" spiega la Nafisi. "Non si tratta solo di una
rivoluzione politica perché se fosse solo così basterebbe
uccidere o imprigionare dissidenti, leader dell'opposizione e
finirebbe come al solito. Ma quando parliamo di decine di
migliaia di giovani che si riversano nelle strade e nelle
piazze, gli sparano addosso ma loro il giorno dopo ritornano in
piazza, allora cosa fai? Non li puoi ammazzare tutti, mettere
tutti in prigione" sottolinea la scrittrice.
Degli Stati Uniti "impegnati a far cacciare l'Iran" dai 45
membri della Commissione Onu sullo
status delle donne afferma: "includere in una commissione che
dovrebbe difendere le donne degli assassini che le ammazzano,
che si accaniscono contro le donne, insomma è contro qualsiasi
raziocinio. E assolutamente un'assurdità e sono contenta che
finalmente si siano resi conto di questo".
E del rapporto Russia-Iran che "è sempre stato ambivalente", la
Nafisi sottolinea: "direi ormai che questi due paesi sono legati
in un certo senso perché la democrazia deve prevalere in
entrambi. Se avverrà questo non potrà che contribuire a
promuovere e afforzare la democrazia a livello mondiale. E
comunque per combattere la Russia non bisogna farlo solo con le
armi ma anche dal punto di vista ideologico".
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