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Salvini firma prefazione del libro "E' l'italia che vogliamo"

Salvini firma prefazione del libro "E' l'italia che vogliamo"

"L'Italia ha bisogno di visione strategica e risposte serie"

ROMA, 08 settembre 2022, 18:48

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Il nostro Paese ha bisogno di una visione strategica e di risposte serie. Per questo ho voluto lanciare la sfida delle competenze, dello sviluppo, del merito.
    Se ne faccia una ragione di continua a svalutare il contenuto delle nostre proposte bollandole come "populiste", demagogiche".
    Lo scrive Matteo Salvini nella prefazione de "E' l'Italia che vogliamo. Il manifesto della Lega per governare il Paese" di Giuseppe Valditara, coordinatore del Think Tank Lettera 150, e Alessandro Amadori, politologo e partner dell'Istituto Piepoli, in cui si legge che il problema dell'Italia è un Paese che "soffre da molti, troppi anni di mali apparentemente incurabili".
    Nel volume gli autori raccolgono e avanzano alcune proposte e soluzioni per rendere l'Italia "un paese migliore, più competitivo e in definitiva più moderno". Un vero e proprio manifesto per il buon governo della Lega a cui il segretario appone il suo sigillo: "Un libro - dice - che è insieme una guida e una mappa, ma soprattutto un un invito a riprendere in mano, persona per persona, territorio per territorio, comunità per comunità, il destino del nostro meraviglioso Paese".
    Nella prefazione Salvini attacca "la variegata conventicola di personaggi nostrani che hanno preteso di autoincoronarsi come "élite" del Paese". "Secondo loro - scrive indignato il segretario della Lega - il guaio dell'Italia sono gli italiani" mentre secondo Salvini e la Lega "la sola speranza dell'Italia sono gli italiani!". "In questo senso - spiega Salvini - dire "Prima l'Italia" equivale a riconoscere il primato della società di fronte a qualsiasi autorità. Stato, Fisco, Burocrazia, Mercato, Unione europea... nessuna di queste parole deve essere più usata a pretesto per soffocare la vita reale". Secondo Salvini il Paese è una visione, un progetto, una patria.
    "Un'identità - sottolinea - di cui essere fieri. La nostra, l'unica che abbiamo. Riscoprirla non è una questione astratta, né il rimpianto di glorie perdute. E' urgenza, necessità, dovere del tempo presente".
    C'è anche un intervento di Armando Siri, coordinatore dei dipartimenti della Lega, che si chiede se le generazioni future a cui potrebbe capitare tra le mani questo libro avranno ancora a che fare con elezioni, politica e partiti. "Ciò che accade nel futuro - scrive - è la conseguenza delle nostre scelte nel presente. Ogni cosa che ci accade, piccola o grande che sia, è sempre il risultato di una scelta. Consapevole o no, ma sempre di una scelta si tratta". Siri ricorda che gli italiani sono chiamati per la diciannovesima volta alle urne in 74 anni: "Non dovrebbe essere così scocciante. Eppure... Sono in molti coloro che si riempiono la bocca di "democrazia", salvo poi dolersi se ci sono le elezioni".
   

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