(di Gioia Giudici)
(ANSA) - MILANO, 14 APR - (JARRED MCGINNIS, IL CODARDO, SEM
EDITORE pp.224, euro 16.00)
"La società ha idee piuttosto chiare su come debbano essere i
disabili, io volevo far capire che non è tutto esattamente come
appare" dice Jarred McGinnis, parlando del suo romanzo d'esordio
'Il codardo', che ha un protagonista con il suo stesso nome e
che, proprio come l'autore, si trova in sedia a rotelle dopo un
incidente d'auto.
"Sì, è vero, siamo entrambi su una sedia a rotelle, ma questo
- sottolinea McGinnis, di passaggio a Milano - non significa che
sia per forza la mia autobiografia. Anche a Sally Rooney, che
sceglie giovani donne come protagoniste dei suoi romanzi,
chiedono sempre se i suoi siano memoir, come se disabili e
ragazze dovessero essere necessariamente in un certo modo". E
invece il giovane Jarred, confinato su una sedia che definisce
un pattino a rotelle gigantesco, senza soldi né lavoro,
costretto dall'incidente a vivere a casa con il padre, un tempo
alcolista violento, con cui non parla da dieci anni, è
esattamente fuori da ogni cliché sui disabili. Tagliente e
refrattario ai rapporti umani come il Dr House della serie tv,
con cui condivide la dipendenza dagli antidolorifici, la sua
vita sembra votata all'autodistruzione. "Volevo uscire dallo
stereotipo del povero paralitico, che per forza deve essere una
brava persona. Per Jarred - racconta l'autore, che ha un
dottorato di ricerca in Intelligenza Artificiale - il vero
problema non è la sedia a rotelle, ma la codardia. La disabilità
non è la sua difficoltà maggiore e io non volevo fare un lavoro
a tesi o scrivere una storia edificante, ma parlare di una vita
autentica". E non c'è un briciolo di sentimentalismo nel
racconto di Jarred che cerca di ricostruire se stesso e il suo
mondo, ripensando al suo passato - la morte della madre,
l'alcolismo del padre, la fuga da casa, tutto il male fatto e
vissuto - e iniziando finalmente a farci i conti. Bloccato su
una sedia, Jarred non può più fuggire e deve affrontare tutti i
suoi sospesi, a partire dal rapporto con il padre Jack. "Se mi
fossi fermato alla parabola del recupero sarebbe stata una
storia edificante, ma ho preferito - dice McGinnis - raccontare
la sofferenza come elemento comune a tutte le relazioni umane.
La codardia, poi, è una debolezza fortemente maschile, tanto che
sia in inglese sia in francese sono termini esclusivamente al
maschile, ma costretto su una sedia a rotelle, Jarred non può
più letteralmente scappare via". E questo diventa uno dei
classici 'turning point' della vita, quei momenti dove decidi da
che parte andare: "puoi scegliere se essere sopraffatto o
vivere, io personalmente sono stato fortunato, cerco di vivere
la mia condizione al meglio e - spiega - non ne sono troppo
condizionato", tanto che usa normalmente i mezzi pubblici e
porta le sue bambine al parco, a Marsiglia, dove si è da poco
trasferito con la moglie.
Nel dare una visione alternativa della disabilità a quella
corrente, entrano dosi massicce di black humour: "questa ironia
fa parte di me, ma con temi così tosti era anche necessario
alleggerire, trovare un equilibrio tra momenti intensi e altri
più leggeri, come è stato nella mia vita. Dopo l'incidente è
stato tutto faticoso, ma poi - dice sereno - sono tornato a una
vita normale, quello che è successo non è pietistico né tragico,
è solo la vita, con il suo andamento a montagne russe". Per cui
preparatevi, lettori: "se vi sto facendo ridere - avvisa
l'autore - è meglio che prepariate i fazzoletti". (ANSA).
ANSA/Libri:Il codardo, McGinnis contro stereotipi disabilità
Autore è in sedia a rotelle come protagonista suo romanzo
