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Editrice russa, insopportabile la situazione in Ucraina

Editrice russa, insopportabile la situazione in Ucraina

Irina Balakhonova alla Fiera Ragazzi di Bologna

BOLOGNA, 22 marzo 2022, 18:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(dell'inviata Mauretta Capuano) E' difficile per l'editrice russa Irina Balakhonova, della casa editrice Samokat parlare di quella che Putin vuole si chiami "operazione speciale" in Ucraina. "Quello che sta accadendo in nostro nome per noi è assolutamente insopportabile, non siamo pronti a realizzarlo. Io ci ho messo un mese a rendermi conto che non vivevo un incubo" dice all'incontro su 'Guerra e pace' organizzato dalla casa editrice Orecchio Acerbo, alla quale partecipa lo scrittore Paolo Nori, alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna che si concluderà il 24 marzo. .
    "Il 24 febbraio ero a Vilnius a fare una conferenza su una graphic novel che parla della deportazione dei lituani all'inizio della seconda guerra mondiale. Queste popolazioni lituane sono state deportate dai russi in Siberia e facevo vedere il libro dicendo 'speriamo non succeda mai più'. E poi il 24 febbraio è successo quello che è successo. Sarà difficile lavorare in Russia perché ogni giorno c'è una nuova legge. Pochi giorni fa Putin ne ha fatta una che punisce le persone che sostengono la quinta Colonna e i valori occidentali. Sicuramente avremo delle difficoltà. Vorrei che questa 'operazione speciale', chiamiamola come vuole Putin, finisse, si fermasse e che gli ucraini possano vivere in pace. Tutti stiamo pregando per loro e poi vedremo cosa la Russia diventerà nel tempo. Si annunciano sicuramente delle operazioni speciali verso chi è contro il regime, delle repressioni contro coloro che non sono d'accordo" spiega la Balakhonova che è figlia di un dissidente, ha vissuto tra Mosca e la Svizzera e fondato al suo ritorno in Russia la casa editrice Samokat.
    "Ho visto quello che è accaduto a mio padre che è stato in prigione per 15 anni, ma la mia generazione non conosce questo tipo di repressione. Spero che la comunità mondiale faccia qualcosa per evitare che la Russia si richiuda di nuovo perché quando si chiude sappiamo cosa c'è dietro a quel muro" sottolinea trovando un po' di coraggio.
    E aggiunge: "fino al 24 febbraio la mia generazione non sapeva cosa volesse dire vivere sotto una guerra. Abbiamo pensato di comprendere cosa volesse dire. Tutti abbiamo difficoltà a realizzare che stiamo vivendo una catastrofe che si sta concretizzando per i nostri amici, i colleghi dell'Ucraina. Le parole con cui è cresciuta la mia generazione, che echeggiavano in noi erano : 'tutto ma non la guerra'. Io e i miei amici siamo profondamente pacifisti".
    La Samokat è nata per dare dei buoni libri a suo figlio e a quelli dei suoi amici. "Libri con cui trasmettere valori democratici, per fare un ponte tra culture e generazioni.
    Samokat vuol dire mono pattino" racconta l'editrice russa e mostra l'edizione italiana di 'C'era una casa a Mosca' (Donzelli). "Nel 2018 abbiamo fatto questo libro. E' la storia di un vecchio appartamento , in copertina c'è una porta attraverso la quale volevamo invitare a entrare tutti quelli che avevano paura della Russia o idee preconcette della Russia. E' la storia di una famiglia russa di dottori che entra nell'appartamento nel 1902 e attraverso la loro storia arriviamo al 2002. Ci sono momenti difficili come il 1914, la prima guerra mondiale. Il punto di vista è quello di un bambino che si focalizza su ciò che vede lui. E' un falso testimone. Poi questa famiglia attraversa la rivoluzione, le purghe staliniste, la seconda guerra mondiale, la stagnazione, il disgelo, la Perestrojka e poi dovrebbe terminare con questa guerra che non abbiamo il diritto di chiamare guerra ma operazione speciale" dice Irina Balakhonova.
   

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