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Renato Nicolini e la sua gioiosa anomalia

Renato Nicolini e la sua gioiosa anomalia

Marco Testoni ripercorre esperienza inventore Estate Romana

ROMA, 03 marzo 2022, 19:22

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Marzia Apice) MARCO TESTONI, RENATO NICOLINI. LA GIOIOSA ANOMALIA (Edizioni Efesto, pp.188, 15 euro) "Si muove la città, con le piazze i giardini e la gente nei bar, galleggia e se ne va, anche senza corrente camminerà". Sono forse le parole di Lucio Dalla ne "La sera dei miracoli", brano scritto per raccontare l'atmosfera che sul finire degli anni '70 impregnava di euforia i vicoli della Capitale in una Estate Romana appena nata, il miglior modo per ricordare Renato Nicolini - architetto, drammaturgo, politico visionario e coraggioso, assessore alla cultura al Comune di Roma dal 1976 al 1985, con le giunte Argan, Petroselli e Vetere - e le sue politiche culturali, con le quali coltivava l'immaginazione riuscendo a mettere il pubblico sempre al centro di ogni esperienza artistica, sia colta che popolare.
    Alla sua figura, nel decennale della scomparsa, Marco Testoni dedica il libro-saggio "La gioiosa anomalia", pubblicato da Edizioni Efesto, con la prefazione di Christian Raimo, l'introduzione di Walter Tocci e la postfazione di David Tozzo.
    Lontano dal voler proporre un facile "santino" di un personaggio rimpianto e guardato a modello anche in tempi recenti (per la verità anche molto discusso, non solo dagli avversari politici, ma perfino nella sua ala di provenienza, quella della sinistra democratica, dal PCI fino al PD), Testoni persegue l'obiettivo di far nascere una riflessione su ciò che di buono e utile per la comunità si sarebbe dovuto conservare, imparare, replicare di quella specifica esperienza politica.
    L'autore - musicista che ha vissuto in prima persona il fermento culturale degli anni dell'assessorato di Nicolini, quando "poteva capitare di ascoltare la musica uscire dai tombini e sentire l'odore di profumi spruzzati dalle autocisterne della nettezza urbana" - sostiene che in termini di qualità, energia e vitalità culturale si sia perso molto e che a farne le spese siano stati i cittadini. Testoni sottolinea infatti che per Nicolini, ricordato per essere stato l'inventore dell'Estate Romana e considerato l'uomo dell'"effimero" e del "meraviglioso urbano", fare politica culturale (in anni complessi, con l'ombra del terrorismo addosso) significava infatti dover necessariamente innescare un circolo virtuoso tra pubblica amministrazione, operatori culturali e cittadinanza, intendendo la cultura come collante sociale e motore di cambiamento e crescita, anche economica.
    Guardando all'oggi, tra l'appiattimento su proposte commerciali e la burocrazia che disincentiva all'azione, a Roma di quello che fu negli anni nicoliniani (dalla prima proiezione alla Basilica di Massenzio del 26 agosto 1977, passando per il Festival dei Poeti a Castelporziano fino a Ballo non solo a Villa Ada, e a una miriade di altre performance, eventi, mostre e rassegne) sembra essere rimasto poco. Con il suo entusiasmo ma non senza difficoltà, nella sua permanenza al Comune di Roma l'assessore-architetto-drammaturgo riuscì nell'impresa di far lavorare insieme associazioni, operatori, intellettuali e ovviamente artisti (cinema, teatro d'avanguardia, musica e arte contemporanea), abbattendo i rigidi schemi tra colto e popolare, classicismo e avanguardia: un modello che egli replicò anche al Comune di Napoli, quando finì la sua esperienza romana, ma che poi negli anni si è come diluito, fino a restare solo un ricordo.
    Accanto alla dettagliata analisi del lavoro svolto con passione da Nicolini - dagli inizi all'attività parlamentare per tre legislature nelle file del PCI; dal doloroso strappo con il PDS in occasione della sua candidatura a Sindaco di Roma con Rifondazione Comunista fino all'approdo a Napoli e alla direzione del Laboratorio teatrale Le Maschere per l'Università di Reggio Calabria - nel libro è presente anche il Qr code per accedere ai contenuti extra, tra cui alcuni documenti e interviste in video: alla compagna di Nicolini, l'attrice Marilù Prati, ai registi Egidio Eronico e Davide Marengo. Con una testimonianza, infine, dello stesso Testoni e della pittrice Antonia Carmi.
   

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