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'L'ultimo boia', Cinzia Tani racconta un giustiziere pentito

'L'ultimo boia', Cinzia Tani racconta un giustiziere pentito

Albert Pierrepoint, il più famoso della Gran Bretagna

ROMA, 11 novembre 2021, 18:19

Redazione ANSA

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CINZIA TANI, L'ULTIMO BOIA -STORIA DI UN PUBBLICO GIUSTIZIERE PENTITO (VALLECCHI, PP 312, EURO 16,00) E' il pubblico giustiziere pentito Albert Pierrepoint, che in 25 anni ha impiccato circa 500 persone, il personaggio di cui ci mostra forza e fragilità Cinzia Tani nel suo nuovo libro 'L'ultimo boia', pubblicata da Vallecchi, con la postfazione di Sergio D'Elia di Nessuno Tocchi Caino. Una storia che porta a chiedersi chi è veramente un boia? Quali sono la sua infanzia, le amicizie, gli amori, le ambizioni, i conflitti, le convinzioni? "Mi chiamo Albert Pierrepoint e sono stato un boia. Ho lasciato il mio lavoro perché non credo più nella pena capitale" sono le frasi con cui si apre il libro. Albert ha 11 anni quando scopre per caso quale sia il lavoro segreto del padre e dello zio e crescendo decide di seguire la tradizione di famiglia.
    Diventa il Pubblico Giustiziere più famoso della Gran Bretagna, chiamato per le esecuzioni anche in altri paesi del mondo. Ma nel 1956 le sue convinzioni vacillano. Accade quando deve giustiziare Ruth Ellis che, dopo un rapporto d'amore travagliatissimo con il corridore automobilistico David Blakely, lo uccide per gelosia. Per la prima volta Pierrepoint non trova una folla esultante che lo attende fuori dalla prigione, ma gente inferocita che vorrebbe linciarlo. Il giustiziere decide di lasciare il suo lavoro, non crede più nella pena capitale e comincia a combatterla.
    "Io credo che nessuna delle centinaia di esecuzioni da me effettuate abbia mai agito da deterrente per un crimine. La pena capitale, a mio parere, non risolve nulla, soddisfa soltanto un desiderio primitivo di vendetta" dice Pierrepoint. Nel libro la Tani, giornalista e scrittrice, autrice e conduttrice radiotelevisiva, nominata nel 2004 dal presidente Ciampi Cavaliere della Repubblica per meriti culturali, racconta la vita di Pierrepoint intervallata dai casi di cronaca nera più importanti dell'epoca in cui fu lui l'ultima persona a guardare negli occhi i condannati.
   

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