LA STRAGE DEGLI INNOCENTI, DI
GIANFRANCO BETTIN, MAURIZIO DIANESE (FELTRINELLI- PP. 256 - EURO
17).
Alla fine degli anni sessanta, nel triangolo fra Padova,
Treviso e Venezia abitano alcuni degli uomini più feroci del
terrorismo italiano. Hanno un disegno: spargere terrore per
instaurare un regime militare autoritario, proprio come era
accaduto in Grecia con il golpe dei colonnelli.
Alle 16.37 del 12 dicembre 1969, a Milano, sotto il grande
tavolo al centro della sala aperta al pubblico della Banca
nazionale dell'agricoltura esplode una bomba. Diciassette
persone muoiono. Centinaia rimangono ferite. Da allora sono
passati anni di inchieste e decine di sentenze. Di questa strage
sappiamo molto, anche se un colpevole manca.
Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin hanno lavorato sulle carte
delle indagini e dei processi, hanno intervistato protagonisti e
testimoni e sono andati nei luoghi di questa lunga storia, per
gettare un po' di luce sullo spazio in cui hanno agito e si sono
a lungo nascosti alcuni dei suoi personaggi principali. Chi sono
gli ideologi e gli esecutori della stagione feroce in cui il
rischio di perdere la nostra "democrazia difficile", come la
definì Aldo Moro, è stato altissimo?
Questo è un viaggio nel capitolo più buio e violento della
storia italiana, nel quale la violenza dell'estrema destra di
Ordine nuovo, l'Ufficio Affari riservati del ministero
dell'Interno, i servizi segreti militari, le stragi, gli omicidi
e la strategia della tensione sono i tasselli che ancora oggi la
giustizia non è riuscita a comporre nel quadro definitivo della
verità processuale.
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