Un vita dedicata alla ricerca
antropologica, alla poesia e alla narrativa. Si è spento questa
mattina a Cagliari, all'età di 80 anni, Giulio Angioni,
stroncato da una malattia che lo ha portato rapidamente alla
morte. Si è accomiatato dal mondo lasciando i suoi ultimi versi
su Facebook, "Restanti", proprio ieri alle 12.23.
Scrittore, intellettuale, originario di Guasila dove era nato
nel 1936, ha lasciato con i suoi scritti e i suoi studi un segno
indelebile nel panorama culturale sardo e nazionale. Docente di
Antropologia culturale all'Università di Cagliari, allievo e
collaboratore di Ernesto de Martino e di Alberto Mario Cirese,
il campo dei suoi studi si è focalizzato soprattutto sulle
tematiche del mondo contadino, il suo mondo di provenienza e a
cui fa ritorno da acuto osservatore e romanziere. Al suo merito
va ascritta anche la promozione in Italia del primo dottorato in
Metodologie della Ricerca etno-antropologica.
Il mondo culturale isolano, alla notizia della sua scomparsa,
si è mobilitato sui social con numerosissimi messaggi in cui si
ricorda la grande figura di intellettuale. Giulio Angioni ha
pubblicato per importanti case editrici come Feltrinelli (Sulla
faccia della terra), Maestrale (L'oro di Fraus) e Sellerio (Le
Fiamme di Toledo). "Con il professor Giulio Angioni scompare un
appassionato custode dell'identità dei sardi - commenta la
rettrice dell'Università di Cagliari Maria del Zompo - per lui
la conoscenza delle nostre radici era la base per aprirci al
mondo".
Questo il testo della poesia pubblicata su Fb: "Resuscitiamo
i morti
con foto e audiovisivi
e il passato rivive
da sembrare che morte non dissolva.
La gente di una volta lo sapeva
come tenere vivi i propri morti,
lari e penati in stretta convivenza
che stavano qui in casa
là nella stanza buona,
li potevi pensare
a fare un pisolino dopo pranzo
o al lavoro in campagna
o in viaggio e poi ritornano,
la notte custodivano la casa
stavano insieme a noi
o felici o scontenti come noi
nell'hora mortis nostrae ci accoglievano
per essere all'altezza del morire".
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