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L'indie Baker, 'la Palma un sogno che fa bene al cinema'

L'indie Baker, 'la Palma un sogno che fa bene al cinema'

"Il futuro è nella sala cinematografica"

CANNES, 26 maggio 2024, 19:03

dell'inviata Alessandra Magliaro

ANSACheck

© ANSA/EPA

Il suo cinema illumina il mondo ai margini che non si vede ed in questo, nonostante la sorpresa e qualche mugugno (specie italiano), la Palma d'oro ad Anora dell'outsider indipendente Sean Baker è in linea con tutto il resto del Palmares assegnato sabato sera al 77/o festival di Cannes dalla giuria presieduta da Greta Gerwig. Baker, 53 anni, la faccia da adolescente, sorride e si tiene stretta la Palma alla cena di chiusura con tutti gli altri vincitori. "Onestamente, questo non è solo un sogno diventato realtà, ma è IL sogno diventato realtà" dice l'anticonformista regista che cura i suoi piccoli film indipendenti, girati agli inizi con lo smarphone, in tutti i suoi aspetti, montaggio compreso. Ha dedicato la palma alle "lavoratrici del sesso passate presenti e future", riportato in America il premio di Cannes che mancava da The Tree of Life di Terrence Malick del 2011 e fatto guadagnare alla società Neon la quinta palma consecutiva dopo Parasite, Titane, Triangle of Sadness e Anatomia di una caduta. "Vincere la palma d'oro era il mio obiettivo da 30 anni anni", confessa a caldo e ci è riuscito con la giuria di Gerwig che ha convinto (a quanto pare non all'unanimità) gli altri a farsi rapire da questa commedia con humor, romantica, piena di umanità e che si può liquidare come un incrocio tra Cenerentola e Pretty Woman se non si vuole andare troppo oltre. Baker ha sempre filmato con tenerezza coloro che erano rimasti indietro nel sogno americano, migranti senza documenti, transessuali, tossicodipendenti o prostitute, come nel film amato qualche Cannes fa, Red Rocket, su un attore porno o Tangerine con al centro due prostitute transgender afroamericane o The Florida Project, su una mamma stripteuse. La storia d'amore, tra una spogliarellista di New York (Mikey Madison) che si innamora del viziato giovane di una famiglia di oligarchi russi, parla di un altro lato del sogno americano, dunque seppure commedia anche con risate sarebbe sbagliato minimizzare la Palma d'oro ad Anora con il pretesto che Sean Baker non fa politica in quel film. È invece molto politico sia il parlare della dignità di tutti i lavoratori anche quelli con lo stigma del sesso e sia la sua dichiarazione di amore e di lotta per il cinema che vive nelle sale, non sullo schermo di un computer. "Il futuro del cinema è dove è iniziato: in una sala cinematografica! Dobbiamo lottare non per fare cinema ma per fare film che escono nelle sale" osserva nella notte del Palmares. "Il mondo deve ricordare che guardare un film sul cellulare o a casa non è il modo di guardare i film..." si vedono i cinema chiudere tutti i giorni. Seguo un feed Twitter sulla chiusura dei cinema", rivela Baker. Detto questo, secondo il regista c'è qualche speranza: "Vedo una cultura cinematografica in crescita a New York, Los Angeles, Austin e San Francisco. Vedo giovani che vogliono andare a vedere il cinema al cinema. Speriamo che Anora ricordi al pubblico mainstream che questi film esistono ancora". La notte di Cannes è una notte di abbracci, Baker e Karla Sofia Gascon, prima trans a vincere un premio come migliore attrice. "Io mi sento che andiamo all'Oscar con Emilia Perez di Jacques Audiard, è troppo potente questo film, se penso che lo abbiamo finito un mese fa, io lo trovo meraviglioso e per le persone trans farà la storia", dice all'ANSA con le scarpe in mano, tutta presa dall'emozione mentre il suo regista Audiard se ne sta felice al bancone del bar ricevendo come in processione gli amici francesi che si complimentano per il doppio premio. L'iraniano fuggitivo Mohammad Rasoulof, la Palma morale di Cannes, non molla un minuto la figlia che non vedeva da 5 anni e che vive a Berlino. Ha la pergamena del premio speciale inventato per lui, sembra contento. Si aspettava di più? "Sono strafelice di come sono andate le cose - ci dice - la cosa più importante è stata poter mostrare questo film che è un miracolo". La morte del presidente Raisi cambia le cose? "Non credo. L'Iran è un sistema di oligarchi assassini protetto da molte potenze per il petrolio. Raisi o no", prosegue raccontando di aver appena sentito con emozione il collega Panahi, anche lui sotto l'osservazione del regime degli ayatollah. Il delegato generale Thierry Fremaux archivia il 77/o festival. Come? Guardando e riguardando la foto che resterà storica: "Lucas e Coppola si abbracciano e si tengono per mano, non sono fantastici?", ci dice zoomando sul dettaglio dei due giganti teneri vecchietti. Coppola sbucato nella sala senza che nessuno sapesse nulla, giuria compresa, per fare la sorpresa storica all'amico fraterno onorato con la Palma alla carriera, è il grande sconfitto di Cannes 2024. Lui generoso, pur a mani vuote, era grande assente della serata. Pierfrancesco Favino con la moglie Anna Ferzetti si lancia nelle danze, Greta Gerwig e Omar Sy scattano foto ricordo nel privé. "Andata come è andata - (con grandi dialettiche discussioni pare) - è stata una esperienza stupenda. Parlavo tutti i giorni con Koree-da e quando ricapita? Ho scelto - racconta Favino - di non leggere le recensioni e argomentando le mie motivazioni. Poteva andare diversamente? Certo, ma è la storia di ogni festival". Si esce dalla bolla di Cannes 2024.

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