(di Francesco Gallo)
Il ritratto di una grande passione
che dura tutta la vita nella Francia di fine Ottocento, ma anche
il racconto della vita inquieta di un artista come Pierre
Bonnard diviso tra due donne, Marthe e Renée. Si tratta di
Ritratto di un amore (titolo originale: Bonnard, Pierre et
Marthe) che arriverà nei cinema italiani dal 16 maggio
distribuito da I Wonder Pictures in collaborazione con Unipol
Biografilm Collection.
Già presentato a Cannes Première 2023, il film firmato da
Martin Provost (La Belle épouse, Sérafine, Violette) racconta la
relazione passionale e artistica tra il celebre pittore Pierre
Bonnard (Vincent Macaigne) e la sua musa, Marthe (Cécile De
France).
A fine Ottocento il pittore Bonnard, il Nabi 'più
giapponese'di tutti, si fa strada nel mondo dell'arte
post-impressionista anche grazie ai ritratti di Marthe de
Méligny, sua modella preferita nonché futura sposa. In realtà la
donna si chiama Maria Boursin e si spaccia per un'aristocratica
italiana in rovina per conquistare il cuore del pittore che la
renderà protagonista di almeno un terzo dei suoi quadri.
Un rapporto, il loro, durato tutta la vita, per certi versi
magico non senza crisi e tradimenti da parte di lui, non ultimo
una tardiva passione per la giovanissima Renée (Stacy Martin)
finito in tragedia. Nel cast anche Anouk Grinberg e André Marcon
nei panni del pittore Claude Monet.
"È un film sull'amore e sul perdono - dice all'ANSA il
protagonista Vincent Macaigne -, quello che mi ha colpito
moltissimo è il perdono da parte di Marta. Quest'ultima lo
perdona per i tradimenti, ma anche Pierre in fondo la perdona
perché lei non gli ha rivelato la sua vera identità che si
scopre solo prima delle nozze. Vedere invecchiare insieme questa
coppia mi ha veramente commosso".
Cosa ama del cinema italiano? "Sicuramente tutto Marco
Bellocchio che ho insistito tanto per incontrare - sottolinea
l'attore 45enne che nel 2015 ha diretto Don Juan, un adattamento
del Don Giovanni di Molière -. Poi Nanni Moretti che ho visto al
Sacher e un film come C'eravamo tanto amati di Ettore Scola. Tra
i miei preferiti anche Paolo Sorrentino, Luchino Visconti e
Romeo Castellucci. Ho insomma un grande rispetto per il vostro
cinema e teatro in cui mostrate una grande energia. Penso anche
ad Alice Rohrwacher ed Emma Dante. In comune con noi c'è forse
un melange di gioia e melanconia".
E invece quali sono le differenze tra cinematografia italiana
e francese? "Ho sempre creduto che il cinema italiano rispetto a
quello francese sia molto più internazionale - dice Macaigne,
diretto da Olivier Assayas ne Il gioco delle coppie e da Samuel
Benchetrit in A letto con Sartre -. Avete sempre avuto registi e
produzioni straordinarie, aperte agli attori stranieri come
Alain Delon e Philippe Noiret solo per citare due francesi,
mentre in Francia siamo un po' più concentrati su di noi, sulla
nostra lingua, sulla nostra storia quindi abbiamo una minore
apertura. In Italia poi si sente più forte la cultura
dell'antichità con tutto quello che c'è di bello e di negativo.
Faccio un esempio - dice l'attore intervistato a Palazzo Farnese
- io Roma faccio fatica a capirla con tutte queste viuzze così
strette che poi si aprono in piazze enormi. Voi italiani siete
intrisi di questa cultura dell'antichità con la quale dovete
fare i conti anche quando si tratta di arte. Un esempio su tutti
Il traditore di Marco Bellocchio che racconta una storia di
mafia, ma anche la tragedia greca".
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