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Mereghetti a Berlino, 'i festival come la rana di Esopo'

Mereghetti a Berlino, 'i festival come la rana di Esopo'

Il critico: "Si gonfiano perdendo la funzione originaria"

BERLINO, 15 febbraio 2024, 10:56

Redazione ANSA

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I festival cinematografici, incluso quello di Berlino che inizia il 15 febbraio, si stanno "gonfiando" come la rana della favola di Esopo e, anche se non 'scoppieranno', hanno comunque perso la loro funzione originaria di scoperta del "meglio della produzione mondiale". Lo ha sostenuto Paolo Mereghetti, il critico cinematografico autore dell'omonimo dizionario del cinema, parlando a un incontro organizzato dall'Istituto italiano di cultura di Berlino.
    "Una volta il Festival era l'occasione per vedere il meglio della produzione mondiale", come avvenne ad esempio a "Venezia negli anni Cinquanta" che "ha fatto conoscere all'Europa il cinema giapponese" di (Akira) Kurosawa e (Kenji) Mizoguchi"; o "negli anni 70" quando "il Festival di Cannes ha aperto le porte al nuovo cinema: (Wim) Wenders l'abbiamo scoperto lì" assieme a Theo Angelopoulos, ha premesso il 14 febbraio Mereghetti.
    Ora invece i festival sono "diventati delle macchine così complesse e complicate, che hanno bisogno", a causa degli "investimenti" compiuti, "di avere un ritorno di immagine molto alto", ha detto il critico in un dialogo con la direttrice dell'istituto berlinese, Maria Carolina Foi: sono diventati "spesso anche delle passerelle per il lancio del film" con tanto di "glamour" e "importanza della copertura televisiva".
    "Non a caso i Festival hanno partorito dei sottoconcorsi" come "Special" e "Generation" a Berlino; "Orizzonti" e "Orizzonti Extra" a Venezia; la "Quinzaine" des Cineastes, la "Semaine de la Critique" e "Un Certain Regard" a Cannes, ha ricordato Mereghetti: "hanno moltiplicato il loro contenitore per offrire sempre più film. Hanno bisogno di crescere e rischiano però di gonfiarsi. Qualche volta penso alla rana che voleva diventare come il bue e si gonfia, si gonfia, si gonfia".
    "Non scoppieranno mai, naturalmente, perché il mercato ha bisogno dei Festival", ma "una volta non era così", ha aggiunto.
   
   

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