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"ET e i mostri di papà, i miei amici avevano paura"

"ET e i mostri di papà, i miei amici avevano paura"

A 40 anni dal film, parla la figlia del premio Oscar Rambaldi

ROMA, 04 novembre 2022, 10:14

di Francesco Gallo

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Carlo Rambaldi, padre di ET - RIPRODUZIONE RISERVATA

Carlo Rambaldi, padre di ET - RIPRODUZIONE RISERVATA
Carlo Rambaldi, padre di ET - RIPRODUZIONE RISERVATA

"È vero ET è il primo personaggio che papà mi ha sottoposto, avevo allora undici anni. Gli dissi che era bruttino, ma simpatico con quel fondoschiena da paperino e questo lo rassicurò. Voleva solo sapere da me se faceva paura, poi arrivò anche il placet di Steven Spielberg". Così Daniela Rambaldi, figlia di Carlo Rambaldi, ricorda all'ANSA la nascita di ET la creatura più famosa ideata dal padre per Steven Spielberg, con cui il regista americano vinse il suo terzo Oscar. E questo in occasione della mostra alla Cineteca di Milano per i 40 anni del film (dal 6 novembre al 31 gennaio) e dell'uscita home video il 24 novembre in Blu-ray e 4K della nuova edizione da collezione del film del 1982. Dice ancora la Rambaldi, vice-presidente della fondazione dedicata al padre: "In realtà a certi mostri che papà aveva fatto prima ci ero abituata. Parlo di King Kong e Alien, li incontravo tutte le volte che entravo nel suo studio, ma i miei amichetti non venivano mai a giocare a casa mia, quelle cose gli facevano paura. Poteva capitare di trovare sul tavolo una testa mozzata. E per molti non era divertente".

Tra gli altri imbarazzi di Daniela Rambaldi bambina "Era quando mi chiedevano a scuola cosa facesse mio padre. Potevo forse dire che faceva mostri?". È stato un papà ingombrante? "Non quando era in vita. Il suo nome è sicuramente più ingombrante adesso. A casa era un uomo normalissimo fuori dal sistema hollywoodiano. E anche più ingombrante ora con la fondazione da portare avanti il cui presidente è mio fratello, Victor, e a cui ora collabora anxhe la mia primogenita Cristina. È lei che sta curando un docu-film su Carlo Rambaldi ancora in via di realizzazione". Come è cambiata nel tempo la percezione dei cosiddetti effetti speciali? "Finché mio padre è rimasto in Italia era una specie di contorno, qualcosa a cui si ricorreva solo alla fine con i resti del budget. 'Ho solo questa cifra, ce la fai a farmi una testa mozzata?' così gli chiedevano i registi e lui non diceva mai no. Poi una volta arrivato in America, mio padre misurandosi con grossi budget ha potuto mostrare tutta la sua bravura". Il sogno nel cassetto di Rambaldi padre di King Kong, ET e dei grandi vermi di Dune? "Sicuramente Millennium, parco tematico interattivo ed educativo dove si va dalla preistoria alle favole come quella di Pinocchio. Un progetto davvero visionario che lui ha tentato di realizzare già dagli anni Ottanta e di cui ci sono i plastici e tutti i progetti". Chi era davvero Carlo Rambaldi? "Un uomo innamorato del suo lavoro a cui dedicava tutto il suo tempo. Certo non era un padre che mi accompagnava alle feste di compleanno, ma casomai mi utilizzava per liberarsi dai party che odiava. Comunque un uomo schivo, riservato che ho visto emozionarsi solo alla nascita dei miei figli, ma totalmente generoso se qualcuno gli chiedeva qualcosa. Non diceva mai di no".

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